VALENTE- Radio sky (Dischi soviet studio)

VALENTE - RADIO SKY - TuttoRock Magazine

Torna la soppesata new wave di VALENTE ad incidere, sui solchi del presente, quella bellissima nostalgia per il passato che sembra non morire mai. Radio sky respira gli anni ottanta in modo fantastico e del tutto personale, riuscendo a recuperare sensazioni e stati d’animo per imbrigliarli, poi, all’interno di un album fatto per conquistare la contemporaneità in un gioco di luci e ombre che ammalia. VALENTE ci regala un disco che si affaccia sul quotidiano. Un insieme di tracce per palati raffinati  che riesce a perpetuare significati attraverso suoni ben idealizzati e trasformati per concepire, nel nulla che avanza, un suono, un’aspirazione, un grido che diventa risveglio nella mediocrità. La title track suona magnetica e riesce a lasciare il dovuto spazio a canzoni riuscite come Fly, Bring back the magic, Walls of love, A dance in the night per un risultato d’insieme ben calibrato che mescola passato e futuro, sogno e realtà.


Valente – Controllo (Dischi soviet studio)

album CONTROLLO - Valente

New wave discostante per un salto nell’abisso lisergico sottoposto a manipolazione che ci troviamo ad affrontare ogni giorno. New wave che abbraccia il rock alternativo per un dischetto, quello di Valente, impreziosito da una rivisitazione di The man who sold the world di Bowie e raccontato a momenti attraverso brani che parlano da vicino di questa società incrostata dal tempo e sempre più compressa nei giorni che non sappiamo appunto controllare. Cinque brani soltanto per un EP di condensa ben programmato. Un album che si tinge di nero, a tratti elegante, un disco fatto di passione che sgocciola e convince. Dalla title track fino a Tokyo nights il nostro intavola elementi di essenzialità coadiuvata da materia prima cangiante e da solide basi che possono diventare necessarie fondamenta.


Valente – Il blu di ieri (Dischi Soviet Studio)

Risultati immagini per valente il blu di ieri

Intrecci elettronici che si amplificano e ottenebrano una nostalgia che indissolubilmente diventa malinconia, raccontando di giorni passati, di esigenze nascoste, di nuove conquiste e di quadri immaginari da cui attingere il colore della velata introspezione: il blu. Un disco che parla di una tonalità rimembrando passati cosmici e sfiorando la bellezza intrinseca del camaleontico Bowie o la new wave dei britannici Japan per un insieme di canzoni che si affaccia all’orizzonte perpetuando un’oscurità che tende ad aprirsi dietro l’ombra della nostra vita passata. Il blu di ieri è un disco complesso e davvero ben arrangiato, un album fuori dal tempo e sicuramente fuori da questa modernità, fuori da questa attualità. Valente rispolvera l’importanza di scrivere, di incidere, di parlare attraverso la poesia toccando inevitabilmente le corde più profonde che ci portiamo dentro e che tante volte nascondiamo o in parte viviamo. Nove canzoni che diventano piccole perle a se stanti all’interno di un quadro dalle profonde visioni che da Sogni di te a All cats are grey parla e sussurra parole di speranza emotiva, di fragilità da raccontare.