LIVE REPORT – Paolo Cattaneo – Una piccola tregua tour – Teatro fonderia aperta Verona – 05/03/17

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Da una Fonderia didattica unica in Italia viene ricavato un luogo ideale, nel cuore pulsante di Verona, per mettere in scena e rappresentare l’arte nella sua più totale diversificazione attraverso forme moderne e sempre nuove, attraverso una ricerca costante che stasera vede la musica d’autore essere al centro di un percorso che trova proprio in questo spazio, il luogo ideale per raffigurare il bello nella sua forma più alta, mai effimera o legata alle mode del momento, ma piuttosto una forma concreta lontana dalle mercificazioni artistiche in sintonia con il tempo che portiamo singolarmente nel nostro dentro.

Paolo Cattaneo, con il tour di sei date che posticipa il disco Una piccola tregua, uscito a Novembre 2016, si cimenta attraverso un set d’atmosfera in bilico con le introspezioni dell’animo umano e capace attraverso giochi di luce soffusa di convogliare energie in sintonia con il numeroso pubblico accorso per la serata costruendo architetture di rara intensità che proprio nella dimensione acustico-elettronica trovano il proprio percorso di uscita dopo un album così importante per la musica italiana degli ultimi anni.

Ad accompagnare il nostro nella difficile impresa di tradurre in modo empatico le emozioni intercettate nel disco ci sono musicisti di grande levatura con esperienze più o meno importanti nella musica indipendente e non italiana, da Fidel Fogaroli alle tastiere, ad Andrea Lombardini al basso, passando per Andrea Ponzoni all’elettronica fino alle chitarre e ai cori di Nicola Panteghini il tutto sotto il controllo dei suoni curati da Ronnie Amighetti per una prova d’insieme capace di dare un senso assolutamente percepibile a quella serie di emozioni che in Una piccola tregua sono come un fiume di bellezza mai gridata, ma regalata e concessa in dosi misurate.

Ciò che ne esce è un live che sfiora la perfezione, dove canzoni del nuovo e dei vecchi dischi si alternano in un concerto meraviglia e dove i suoni sono in funzione di un momento magico difficile da replicare e che di certo sono la dimostrazione reale che tante volte la qualità non è sinonimo di dischi venduti o di passaggi radiofonici azzeccati, ma piuttosto una ricerca che trascende il materiale per avvicinarsi ad una dimensione onirica che trova nella bellezza del sogno un ponte con la realtà che ci circonda e dove le parole acquisiscono significato proprio quando sono lì lì per svanire tra l’amore per le cose belle e i momenti che portiamo con noi.

Setlist

  1. Se io fossi un uomo
  2. Il miracolo
  3. Mi aspetto di tutto
  4. 2905-Trasparente
  5. Non ho rabbia non ho pietà
  6. Ho chiuso gli occhi
  7. Come per miracolo
  8. Se qui per me
  9. Bandiera
  10. Due età un tempo
  11. Confessioni per vivere
  12. Sottile universo
  13. Tarda pure
  14. Il gioco
  15. L’uomo sul filo

Paolo Cattaneo – Una piccola tregua (Lavorare stanca)

Ricreare atmosfere sonore e innevate non è sempre facile, anzi si rischia di rincorrere la moda del momento senza guardare in faccia la sostanza, qui però, nel nuovo album di Paolo Cattaneo di sostanza ce n’è da vendere, perché con questo quarto disco, il cantautore bresciano ci trasporta dentro a paesaggi meritevoli di ascolto, tra un’introspezione che si apre a sonorità elettroniche bollate ’80 mescolate al gusto del sopravvivere oltre ogni aspettativa, inseguendo un’esigenza di abbandono e comunione con il proprio stare dentro, con il proprio stare meglio, per un disco che è ricerca musicale si, ma perlopiù ricerca di se stessi; il nostro si interroga avidamente e sposa il gioco multiforme e multisfaccettato del cantautorato che compie una parabola ascendente da Battiato, fino al più recente Colapesce, passando per le solitudini di un Cristiano Godano dei tempi migliori, per farci respirare la completezza di un bosco autunnale che si prepara a ricevere la neve: salvifico bisogno di nuova aria a coprire i prati e le nostre anime errabonde.

Notevole la proposta di Paolo che duetta nella riuscita, Se io fossi un uomo, con Lele Battista, notevoli i giochi chiaro scurali che ci trasportano fino ad arrivare ad un completamento meraviglioso del disco nel trittico finale Bandiera, La strada è tutta libera e Fragili Miti, per un album capace di riscaldare i nostri freddi cuori invernali, un album che, a mio modesto avviso, entrerà di diritto tra i più belli e significativi del 2016.