Elk – Ultrafan sword (Niegazowana Records)

Band inclassificabile per gusto musicale egregiamente sopraffino che non si ferma alle apparenze, ma suda ricerca condivisa in momenti di pura allucinazione spaziale e ben amalgamata con un tutto che sorprende imbrigliando attimi di luce eterea in altri momenti più drammatici e introspettivi capaci di ridare un senso ad una produzione alternativa che spicca per bellezza dei suoni e costante bisogno di abbandono e ritorno, tra The National incastrati a Placebo che riflettono le concezioni astratte di David Sylvian in un viaggio allucinante senza ritorno che ben si apre con M.Dugall, per proseguire la corsa con The Thaw passando per Tu Fi Pu fino a raggiungere le rare intensità di What’s below, per un album, questo degli Elk, che racconta di invasioni aliene e di mondi dominanti, alla luce però di un’esaltazione di fondo che proprio in questa musica stratificata ricopre un ruolo dominante e soprattutto una sfida per attendere un futuro diverso, un futuro forse complementare, fatto però di sensazioni da vivere e farsi vivere, prima che sia troppo tardi, fino all’ultima luce dell’ultima stella che potremmo ancora vedere.