Il dEli – Lo stupido che canta (Tunecore)

Molteplicità di strati e di generi che creano architetture sorprendenti per il disco d’esordio di Roberto Deliperi, un album che avvolge per completezza e sostanza tanta e che non ammicca di certo all’indie nostrano, ma ha il sapore di un’internazionalità convinta frutto di unione con il tempo che passa, abbracciando un rock di ampio respiro che sfiora i Pink Floyd, per arrivare ai più moderni e italiani Afterhours e Marlene Kuntz. Lo stupido che canta rappresenta un concentrato di canzoni sedimentate nel tempo e che d’improvviso, dopo esperienza su esperienza, escono dal cilindro dei ricordi, escono così bene che sembra quasi di ascoltare un concept ben congegnato, dando senso ad una visione d’insieme che si fa introspezione e aggancia canzoni come Stefania, London Sun, Blues d’amore o Viaggio dalla terra. Il disco di Il dEli è un multiforme progetto che abbraccia una schiera innumerevole di musicisti, un album davvero interessante in parte acustico, in parte sintetizzato, lasciando fuori il rumore inutile di questa società e facendo parlare ciò che conta veramente e cioè la musica che ingloba e fa respirare.

Mike Messina – Intorno a me (Autoproduzione/Tunecore)

Album cantutorale e introspettivo che parla di umanità condivisa e ricerca di un proprio posto nel mondo dove stare, tra gli anfratti cuciti addosso come ali di cera e bellezza espressa in pezzi che non passano di certo inosservati, ma si distinguono per capacità nella stesura dei testi e poetica utilizzata al momento giusto. Quello di Mike Messina è un disco che arriva a trentasei anni, canzoni scritte nel tempo e inglobate all’interno di una scatola chiamata Intorno a me che racchiude le essenze di anni e anni di testi e musiche, eccezionalmente espresse nell’immediatezza del momento, nel richiamo di un tempo che di certo non c’è più. Ed ecco che il nostro sente il desiderio interiore di entrare in contatto con un qualcosa a cui non riesce dare un nome, quel qualcosa che si chiama vita e che ben traspare nell’intera produzione, tra l’ermetismo di Battiato e la scioltezza di un Dalla migliore Mike Messina intraprende la strada in salita del poeta solitario con un buon risultato d’insieme che si respira istante dopo istante, secondo dopo secondo in questa prova d’esordio.

Almacanta – Revive (Autoproduzione/Tunecore)

Disco notturno e suadente che incontra le sofisticazioni del jazz e le incrocia alla musica pianistica e d’autore in un vortice di scintille distese al suolo che possono derivare da una bellezza senza fine. Lo strumentale rende il nuovo degli Almacanta  un album importante sotto molti punti di vista. Musica che apre l’atmosfera e si siede proprio là dove tutto è iniziato rivivendo ricordi, attimi, esecuzioni, in un concentrato d’amore per la musica che vede il duo Solinas/Zingone tessere ancora trame da sogno produttrici di vita continua. In questo Revive le canzoni sembrano avere tutte una loro collocazione, un posto nel mondo dove vivere, ci sono attimi meditativi introspettivi, altri più coinvolgenti, ma tutto sembra restare in equilibrio con il bagliore di una luce che ammalia e circonda. Sono nove pezzi che aprono all’anima e rivivono parti centrali di un racconto senza fine, un album davvero ricco di spunti questo che non segna soltanto una maturità artistica del duo, ma con velato savoir-faire colloca proprio la coppia in musica sul palcoscenico di una vita che li vuole ancora protagonisti di un suono e delle sue particelle elementari.