Continuano le elucubrazioni sonore di Daniele Carretti, continuano all’insegna della sperimentazione notturna in grado di trasportare l’ascoltatore attraverso mondi lontani, contando sul senso di appartenenza con un qualcosa di latente e soprattutto interiore capace di scardinare l’immediatezza di una musica d’autore aggiungendo sostanze in post rock e delay ambient regalando alla scena distorsioni e sintetizzatori capace di concludere un’ipotetica trilogia discografia partita con Abbandono, proseguita con Paura e arrivata a Tregua in un sodalizio con un respiro profondo che abbraccia tutto il tempo per come lo conosciamo. I testi sono diretti, semplici, ma non banali, si sposano bene con la musica che accoglie passando facilmente da atmosfere shoegaze fino ad incontrare i silenzi d’autore e la calma apparente che ricorda i lavori di Santo Barbaro o del solista Pieralberto Valli. Le canzoni proposte sono intrise di significati naturali, Svegliarsi, Ancora, Illumina, Dormire sono solo alcuni dei momenti più interessanti di un disco che chiude un cerchio, ma apre la mente a tutto ciò che per noi può essere segreto, nascosto e celato quotidianamente agli occhi.