Down to ground – The world we live in (VREC)

Il mondo in cui viviamo è un mondo strano, carico di nuvolosità variabile e simmetrie geometriche pronte ad immortalare una natura composta e composita, come fosse un quadro di Magritte o De Chirico, un mondo svuotato dal superfluo per evidenziare solo l’essenzialità che risiede dentro di noi.

Down to ground è un progetto italo/neozelandese cha ha un forte respiro internazionale, un forte impatto emotivo e una rapida ascesa verso i confini del pop rock moderno, mescolando sapientemente l’elettronica alle chitarre ben disegnate e capaci di creare fluttuazioni misteriose e cariche di pathos che accompagnano questa prova dal sapore di orecchiabilità mai banale e intrisa di significati.

Dodici canzoni che incrociano One Republic, Kings o Leon e gli ultimi Coldplay in un sali scendi emozionale che non ci permette di rimanere incollati al terreno; non dimentichiamoci poi del remix del singolo Belong affidato alle sapienti ed esperti mani di Sun-J degli Asian Dub Foundation a rimarcare ancora una volta l’importanza del progetto, l’essenzialità di una musica che non ha confini e accomuna migliaia di ascoltatori in tutto il mondo.

Un disco diretto, che si fa ascoltare più volte, a sottolineare l’importanza di questa band, che appena al secondo lavoro dimostra una solida base di fondo per sperare e creare degli orizzonti sempre nuovi e carichi di quell’energia vitale che ci rende così, veri per come siamo.