The GrOOming – Kontainer (Anaphora Records)

Si tendono geometrie esagerate e si impalca la sonorità sospesa sul filo del rasoio, di un colore cangiante, di un colore mutevole e appassionato, immagazzinato e arcano per un ep che vede un’evoluzione per la band dai mille volti The GrOOming, una band che ha saputo nel tempo darsi sempre nuovi slanci di sicurezza e malleabilità dichiarata, vigile presenza per intersezioni parallele e rapidità di viaggio innestate fino a Berlino, questa volta alla ricerca di una nuova voce e trovata in quella di Omer Lichtenstein già leader dei tedeschi Felidae Trick per un percorso sinuoso e prorompente che a tratti ha il sapore del nudo crepuscolare, di una bellezza quasi mistica e sospesa, di una bellezza color aurora che mescola i suoni elettronici ad una wave sintetizzata a dovere, senza troppo chiasso, ma piuttosto creando l’atmosfera giusta, da Alpha Dog fino a B.R.O, passando per la bellezza di Paris (Eternal Life) i nostri lanciano un disco che in fin dei conti è un EP, dove la sostanza sonora viene a patti con il nostro mondo interiore, cercando meraviglie e sgretolando il resto circostante.

The grooming – Thisconnect (Autoproduzione)

La band dai 1000 volti definita tale in quanto le canzoni che compongono questa meraviglia sonora si snodano all’interno di labirinti esistenziali in cui è veramente facile perdersi e non trovare la strada verso casa, in cui è quasi scontato trovare persone che si incrociano, si guardano e iniziano a ballare senza un naturale motivo.

Una band che mescola un’elettronica d’attacco e un suono che si avvicina a Portished e Massive attack, passando per le atmsofere rosate dei francesi Air.

Un mix di eterogeneità e passione in cui è notevole l’uso di synth e programmatori che danno un tocco pienamente personale al lavoro di cesallatura finale che di certo regala sorprese sonore di ascolto in ascolto.

Giri di basso e groove di batteria che si intersecano con il reale infinito fino a dar forma all’indecifrabile essenza del perdersi.

Ospiti eccelenti nelle voci e sul palco: da Meme Galbusera a Gianluca “thehuge” Plomitallo, passando per Jack Jaselli, Alessandra Contini, Ezio Castellano, Denise Misseri e Ketty Passa, Paolo Martella e Chiara Canzian.

I quattro prendono ciò che di meglio sanno fare per donarlo giustamente ad altrettante voci che riescono ad interpretare in maniera magistrale liriche introspettive e quasi laceranti.

Un disco di notevole fattura, da ascoltare e riascoltare, un’elettronica mai esagerata o gridata, ma anzi, il giusto connubio tra l’emozionale e il vibrato andante.Tanto di cappello.