The Crocs – Music is a gamebook (VREC)

Questo disco, che ho tra le mani, trasuda di internazionalità sospirata tra le onde del mare, un po’oceanica e un po’legata alla manica, quello stretto passaggio in cui note si insinuano increspando parole di innegabile candore emozionale che scuote e ripercuote lasciando facili poesie alle prese con il passare del tempo che scorre.

Un genere fresco e frizzantino questo dei The Crocs, band milanese, che nel loro nuovo album si conce di trasformare l’inerte in qualcosa di pulsante, dando vita alla macchina arrugginita dello spettacolo; apoteosi granitica in chitarre onnipresenti, costanti e lisergiche.

In questo disco si sente parlare molto il linguaggio moderno, l’orecchiabilità delle canzoni è quasi stupore che si intensifica traccia dopo traccia nelle parvenze mistiche di Linkin Park e The Rasmus, raccogliendo l’eredità degli Stereophinics  e ammiccando con semplicità ed efficacia  al raccogliere consensi tra la folla.

Una musica suonata, studiata ed equilibrata, mai banale, che si concentra sull’essere e non sull’apparire, dando senso alla completa forma.