Erin K – Little Torch (La Tempesta)

Nessun testo alternativo automatico disponibile.Sono poesie sussurrate, ricercate, accolte, sono attimi di bagliore prima della tempesta che si lasciano cullare da refrain immancabili e impagabili che aprono il cuore e consegnano all’ascoltatore una prova leggera, sospesa ed egregiamente suonata, dove tutti i tasselli sono al loro posto e dove il dolce cantato si raffronta con parole che emozionano, stupiscono ed incalzano incrociando sogni d’infanzia ad ineluttabilità della vita. Tra speranze e bisogno di uscire, la nostra Erin K che soltanto da pochi anni conosce la chitarra, ci regala canzoni che escono da un fantomatico cilindro con facilità estrema, pezzi che per l’occasione sono prodotti artisticamente da Appino e dove nelle stesse registrazioni compaiono musicisti del calibro di Enrico Gabrielli, Roy Paci, Simone Padovani e parte degli Zen Circus per un apporto sonoro davvero notevole che non si inerpica in orpelli leziosi, ma piuttosto mira alla sostanza, mira ad esaltare l’impalcatura stessa di canzoni che si auto-sorreggono e trovano una propria via di fuga, un proprio mondo, sussurrando con classe e grinta un senso di appartenenza e una strada da seguire, tra lo zucchero filato al limone e le noccioline salate da ingoiare fino ad esserne sazi.

-FUMETTO- Chris Donner e Jérémie Moreau – Corri, Tempesta! (Tunué)

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Titolo: Corri, Tempesta!

Autori: Chris Donner e Jérémie Moreau

Casa Editrice: Tunué

Caratteristiche: brossura, 19,5×27, 96 pp a colori

Prezzo: 14,90 €

ISBN: 9788867901913

 

 

Riuscire a correre oltre ogni aspettativa entrando in sintonia con chi ti ha visto crescere, lasciare le negatività alle spalle e gridare, fino all’ultimo respiro, tutto il proprio bisogno di libertà, di amore e di necessità per una vita diversa, per così dire, considerata dai più, anormale, ma caratterizzata da una luce particolare, una luce quasi fiabesca che ingloba i sogni di gioventù, una luce che non si spegne, ma che si alimenta quotidianamente grazie alla fiducia di chi ti sta alla spalle: la famiglia e grazie anche alla forza interiore non trascurabile di un giovane e del suo repentino bisogno di crescere e di essere protagonista della propria, unica, vita.

Corri, Tempesta! è un libro fantastico sotto molti punti di vista, dalla grafica di copertina fino al suo significato più profondo, un fumetto pubblicato da Tunué per la collana Tipitondi, indirizzato ad un pubblico di giovani lettori capace di concentrare il proprio focus narrativo su un argomento che spazia dalle esigenze dei ragazzi del momento fino a toccare con un certo tatto e sensibilità direi, l’integrazione sociale e la rincorsa nel ricercare la propria strada anche quando tutto sembra perduto, quando le speranze sembrano esaurite e dove solo una svolta circolare e simbiotica può riuscire nell’intento di aprire la storia ad un lieto finale a sorriso aperto.

Ideata dal duo Donner/Moreau, la vicenda narra del piccolo Jean Philippe che sogna di diventare un fantino importante, cresciuto in una famiglia dove l’amore per i cavalli risulta basilare, fin da subito viene notato per le sue abili doti naturali nel correre con la sua cavalla Tempesta, a segnare però, l’esordio fortunato, un elemento funesto, un incidente che farà perdere, al nostro giovane amico, l’uso delle gambe, ma la forza di volontà e lo straordinario carattere consegnerà, ancora una volta al racconto, un’inaspettata sorpresa: Jean Philippe chiamando a sé tutte le proprie abilità rimaste, vincerà la scommessa più grande, quella con se stesso, quella con il proprio cuore.

Ci troviamo davanti ad un racconto ben strutturato, lineare e semplice nella comprensione, ma nel contempo caratterizzato da un comparto grafico davvero notevole, dove spiccano acquarelli brillanti e vivaci e dove l’uso del colore acquisisce profondità soprattutto nella parte finale, quando lo slancio e l’impeto tra la neve farà da coreografia spettacolare alle immagini narrate in onore di quel burattino disarticolato, di quel cavaliere notturno capace di sfidare i pregiudizi e le forme convenzionali del nostro vivere, in nome di una libertà da assaporare, in nome di quel bisogno di dimostrare il proprio essere oltre ogni apparenza e preconcetto, in una metafora cangiante dove le illusioni diventano realtà.

Per info e per acquistare il fumetto:

http://www.tunue.com/it/tipitondi/378-corri-tempesta.html

Oppure qui:

Sorge – La guerra di domani (La Tempesta Dischi)

Sorge l’alba oltre l’oscurità e scuote l’uragano che ormai inesorabile si sta avvicinando verso noi che viviamo di calma piatta, di una calma che non si fa sentire se non nelle quotidiane noie popolari, di quella calma che adombra e confessa l’importante inutilità.

Chiaro scuri emozionali per il disco di Sorge, duo elettronico/pianistico formato da Emidio Clementi e Marco Caldera, un album cupo e rassomigliante per certi versi ad una colonna sonora per un film americano ambientato nella grande depressione; poesie crepuscolari, che si nascondono dentro alle grotte dell’anima e si considerano parte di un tutto che risiede nelle nostre vite, nelle nostre abitudini di umani alquanto pretenziosi e incapaci di ascoltare.

Sono racconti, dieci racconti che collimano su di una poesia esistenzialista e a tratti verista, che racchiude il mal di vivere e forti rimpianti per un tempo che non c’è più, raccontando della sostanza di cui siamo fatti, raccontando il risveglio e la pioggia sui vetri, raccontando di sogni gettati più volte al suolo e di quell’eterno camminare senza meta verso gli ambienti pluridimensionali della nostra mente, dove una volta, forse, ridevamo ancora.

Erio – Fur El (La Tempesta dischi)

Profumo di nordico in terra nostrana, tra i fiori di un candore acustico dal sapore retrò, tinti di un colore che non acceca, ma che abbaglia di luce calda e continua, misto al ghiaccio, misto alla neve:  passeggiare in lande desolate è tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Erio ci accompagna, lo fa con grazia da cantante lirico mancato che si dona e fa scoprire un universo diverso, più reale e meno costruito, fatto di brughiere immerse nelle natura e di boschi di abeti e betulle, quasi a colorare il candore leggiadro del primo sole primaverile.

In bilico tra Bon Iver del For Emma e di Antony di I’m a bird now, rispettivamente le loro prove più dirette, il nostro dipinge attimi di vita vissuta quasi a sancire un testamento per la persona che ama snocciolando parole/immagini sensazionali che riscaldano e ci fanno vedere con occhi diversi la vita.

Un’elettronica a tratti disturbante, ma di sicuro effetto ci porta  a scoprire canzoni-perle di questo disco dalla prima Oval in your trunk finendo con On his van, dove tutto si conclude per lasciare posto a digressioni sonore che fanno da cappello ad un disco riuscitissimo e personale.

Un album fatto di natura e per la natura, trasformando il grigio delle città, in qualcosa di più alto, di più nobile, che guarda lassù nel cielo, come quella conifera in piedi da anni che si dondola allo spostarsi del vento, senza dar fastidio, senza essere al centro dell’attenzione, ma creando spettacolo uniforme agli occhi di chi guarda.