Yast – Yast (AdrianRecordings)

YAST-YAST-1500x1500-300x300Ennesimo album per la band emergente svedese, gli Yast, che già dal primo ascolto ammaliano e stupiscono, sia per la qualità sonora che per l’offerta di stile.

Di elettro – pop si tratta, come per i “cugini” This is head, anche se qui le canzoni suonano molto più semplici e dirette, contornate da melodie solari e tocchi di magnifica presenza elegante e orecchiabile che prendono spunto da passaggi Bluriani e dagli ultimi seguaci di Corgan e seguenti, come Zwan.

All’ascolto ti sembra di percepire una band navigata che riempie immensi prati e invece stiamo parlando di un gruppo emergente; possiamo quindi sottolineare  l’ampia prospettiva ariosa di sonorità internazionali e la capacità di mirare ad un unico punto di convergenza che vede l’incontro di voci in falsetto e chitarre leggermente distorte senza eccedere troppo in un’effettistica pesante e pacchiana.

Un’offerta molto gradevole, dunque, che scorre lungo le 11 tracce in una spiaggia ricca di vegetazione dove poter ogni tanto fare un tuffo in mare, un tuffo che gli Yast compiono, ripercorrendo e traendo spunto dalla scena rock internazionale targata anni 90, come nella Title Track o nella verdeggiante “I wanna be young” , per lasciare spazio a derive più folk in “Believes”.

Un plauso dunque anche a questi giovani svedesi che di numero da band emergente possiedono soltanto gli apprezzamenti in facebook, nella speranza che qualche band italiana legga questa recensione ascoltandosi il cd e approfittando dell’occasione per imparare qualcosa.

Allarghiamo i confini, affiniamo la tecnica, lasciamo da parte l’orgoglio.

This is head – The album ID (AdrianRecordings)

Ogni singola nota è stata ricomposta e creata per dare idea progressiva di una matrice mai stanca di innovarsi quando il rock indipendente sembrava morto e sepolto, logorato da tagli troppo profondi di giornalisti e critici della prima ora troppo avvezzi a stimolare parti neuronali lontane dal savoir fare e intrise di puro spirito dilettantistico.

I 4 rinascono da une sepa13702razione, la fatica di ricominciare, quando si è soli tutto in qualche modo sembra perduto; un lavoro fatto di cesello e perfezione questo “The album ID”.

Gli svedesi stupiscono con le loro sonorità, dal freddo sbarca un elettro-pop che scalda l’anima, ascolto dopo ascolto: provare per credere.

Tu puoi percepire ogni singola canzone e non ricordarti, alla fine, il motivo portante; io lo definirei pop-intellettuale in quanto non scade mai nella banalità e neppure nelle divagazioni tipiche di un suono tanto italico che ricorda la regola: se fai parti strumentali con cambi di tempo sei figo altrimenti caro sei fuori.

Legno e pietra sommersi da acqua che porta tutto con se, canzoni come”Staring Lenses” sono riempi-stadi, poi troviamo i cori e  le eccheggianti sillabe ripetute e sostenute da tappeti di riff semplici, ma efficaci in  “Illumination”, “A B – Version” è elettrizzante quanto basta per gridare al miracolo, tutto il disco è concentrato di Arcade Fire, MGMT coadiuvati dalla migliore scena indie-rock del momento.

La favola continua con “Time’s an Ocean” dal sapore marittimo e ricca di riverberi solari che preannuncia la sperimentale “Summertime”, degna di nota la finale “If I” che prenda spunto da film di Felliniana memoria per varcare la porta dell’infinito.

Henric, Tom, Adam e Bjorn raccolgono tutto ciò che di meglio si può trovare ora per riprodurlo in un unico disco dal sapore elettrico con sferzate pop curate al dettaglio, possono tranquillamente spedire una cartolina al migliore produttore di questa terra e dire: ti sei dimenticato di Noi vienici a trovare, ma vestiti leggero, qui in Svezia fa molto caldo.

Guarda il video della loro traccia:

A B – Version video