Texile – Summertime (Stella Recordings/Awal)

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Spensierate visioni di un’estate alle porte regalano odori e profumi che inebriano l’etere di sognanti divagazioni e permettono di inoltrarci all’interno di una realtà che si amplifica ascolto su ascolto. Il progetto sardo Texile, dopo due anni dall’EP d’esordio, ci regala una prova che porta con sé una straordinaria e dolce malinconia aggraziata, condivisa da sferzate elettriche che incrociano brividi di blues, jazz, musica d’autore e incroci continui con un qualcosa che non riusciamo a nominare, ma che affonda le radici nel substrato culturale di ognuno di noi. Sono solo quattro pezzi quelli che compongono questo Summertime. Quattro canzoni che macinano strada, approdano su nuovi lidi e danno una sensazione d’insieme che attrae l’ampio respiro, dona raggio d’azione e perpetua una ricerca che sembra non finire mai.


Texile – Blu macchiato di blu (Stella Recordings)

I Texile confezionano un Ep rarefatto e suadente, un disco concentrico che riassume, attraverso una manciata di canzoni, il bisogno di appartenenza ad un suono importante e proveniente da luoghi remoti, ospitali, ma lontani e perduti negli anfratti della notte, nello scorgere quella lama sottile che possa farsi ancora luce per illuminare il cammino. Il progetto con base a Cagliari, ideato dalla mente dell’ex Antennah Valentino Murru, è impreziosito da una voce del tutto femminile incisiva e vellutata, la voce di Grace e coadiuvato dalle chitarre di Luca Becciu, le tastiere di Simone Mattana e il basso di Gabriele Loddo in un’estrinseco bisogno di presentare il blues notturno sotto forma di calma apparente che si intensifica ascolto dopo ascolto, traccia dopo traccia in una psichedelia che mantiene i toni del blu e di contropartita si avvicina al bianco che apre ad un mondo da scoprire, un quadro nuovo perennemente da riempire. I quattro brani proposti sono l’anticipo, spero, di un disco che uscirà nel futuro prossimo, quattro canzoni che si distinguono per atmosfere e suoni rarefatti, testi che si inerpicano fino a lasciare spazio a ritornelli che rimangono facilmente in testa intessendo rapide emozioni che come polvere al respiro si leva lasciando una sensazione di leggerezza davvero inaspettata.