I corpi estranei sono quei corpi che non si conoscono, ma nel momento dell’incontro l’inutilità fatta bersaglio si scioglie per lasciare spazio al sentimento, all’amore per una terra e per la bellezza che non ha confini, ma che si innesta delicatamente nella sostanza di chi ogni giorno prova a raccontare con geniale sobrietà i momenti della vita; piccoli racconti di storia quotidiana che fanno da sfondo a pavimentazioni di una città che non ha fine.
Siamo a Roma, parliamo di Stelio Gicca – Palli, grande amico di Edoardo De Angelis, creatore assieme a quest’ultimo della celeberrima Lella, un cantautore che fin da giovane ha apprezzato il gusto per le cose semplici e dirette, il raccontare la vita a tutti utilizzando un linguaggio condivisibile e condiviso, attento osservatore dei cambiamenti e instancabile ricercatore di un’anima dentro ad ogni cosa.
Attraverso questo disco, il suo primo disco, nato da un’esigenza che si protraeva nel tempo, il nostro parla attraverso note jazzate e swingate di una città metropolitana, immensa, dei rapporti tra le persone, ma di una ancora conservata bellezza che esplode pian piano traccia dopo traccia, canzone dopo canzone, fino a farti scoprire che l’essenzialità è costanza e gli anni passati a macinare pensieri portano inevitabilmente ad un qualcosa di grande: il disco.
Un album composto di 11 tracce, piccole poesie quotidiane le definirei io, confezionate da arrangiamenti magistrali e di introspezione sonora, l’apertura di Piazza di Spagna. alle quattro è delicatezza in musica come del resto lo sono pezzi come Via dei Colli e a Posto.
Una delicatezza che disarma, un disco per palati raffinati, che amano però la semplicità, fatta di sostanza senza fine, oltre il tempo, in un incontrarsi che è già conoscenza.