Comprerei questo album solo per la bellissima, evocativa copertina e l’esclusivo packaging che fa da contorno ad un disco che dire splendido è dire poco.
Produzione curata, cantautore altrettanto curato e con un certo piccolo, grande stile che si differenzia nettamente da molte realtà della scena underground italiana.
Leo Pari si innalza e lo fa vincendo, si innalza come nuvola guardando il mondo dall’alto e raccontando storie, le storie di tutti, che riviste possono entrare facilmente nei cuori degli ascoltatori, storie che si fanno parole leggere pronte a stupire, lasciando una leggera amarezza per quello che non si è fatto, per quello che era possibile fare ancora per sopravvivere.
Ecco allora che tutto assume il contorno di una poesia in loop continuo, un girotondo in fondo al mare tra sirene che vogliono essere umane per uomini pesce che non lo saranno mai.
Emblema di tutto questo lo possiamo ascoltare in “L’uomo niente” canzone simbolo che racchiude il significato dell’intero album “Io sto annegando in questo mare di perplessità”: la decadenza, l’abbandono, il senso di vuoto che si crea intorno quando non è più possibile continuare, non è più possibile reagire e solo i pensieri inondano inesorabilmente la nostra testa.
Un album curato nei minimi dettagli, mixato da Tommaso Colliva, e con la presenza di Roberto Angelini ad impreziosire il tutto.
10 grandi canzoni che con eleganza si fanno portavoce della solitudine ricreando un mondo fantastico dove con un solo sguardo si riesce ancora a respirare.