Yumma Re – Sing Sing (Monochrome Records)

Sing SingIl Sing Sing è un palazzone costruito intorno agli anni ’30 che, essendo senza balconi, ricordava forse vagamente il carcere di New York chiamato appunto ‘Sing Sing’. Un palazzo aperto, dove la vita si svolgeva sui pianerottoli, dove i problemi e le gioie dei singoli erano dell’intera comunità che lo abitava”.

Una partenza dai ricordi della band che racconta le contraddizioni di un’Italia da cambiare partendo dai momenti più sentiti e vissuti del gruppo campano, che alla nuova uscita discografica regala emozioni sonore che si divincolano con velocità straordinaria nel traffico metropolitano.

Dieci pezzi di ricercatezza elettronica in cui l’indie più sfrontato si sposa con eleganza al cantautorato e al rock d’oltreoceano, i testi anche se in lingua inglese denotano una maturità da preservare e che colpisce bene il segno.

A tratti sembra di ascoltare echi di Bjork, mentre altri momenti si collassano in ballate Radio Testa dei primi album senza dimenticare Air e i nostrani Joy Cut.

Un album che regala gioie inesprimibili nella trattazione di argomenti non sempre facili da digerire, un continuo crescendo che esplode in frammenti stupendi con “I have a gun” e “You let me down”.

Questa band meriterebbe di essere ascoltata solo per ciò che viene raccontato nelle loro storie-canzoni, un volto storico, ma al contempo nuovo dell’underground italiano, dove poesia si mescola all’oscurità e sinceramente di questa formula non posso che rimanere stupito.