Sam & The black seas – Silver (Atomicfat)

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Indie folk d’oltreoceano sdoganato a dovere in grado di entrare in comunione con l’ascoltatore attraverso la cassa di risonanza emozionale che si staglia e vibra ancora, produce fertile terreno per soddisfazioni ineguagliabili e si ricava di diritto un posto nella musica d’autore soppesata, sospinta e alquanto matura. Il disco d’esordio di Sam and the black seas è un disco completo sotto molti punti di vista, un album capace di abbracciare le produzioni di ciò che fu, Nick Drake su tutti e che ingloba il pensiero di cantautori come Glen Hansard e i suoi The Frames per una musica ricca di carica emozionale e bagliori di bellezza accecante che già possiamo sentire nella traccia d’apertura Something went wrong passando per la title track e le perle come The love we owe e Agata ad accendere quel fuoco leggero perpetuato dai quattro musicisti milanesi e che si staglia come potenza in divenire capace di dare soddisfazioni importanti attraverso una prima prova d’insieme davvero spettacolare, introspettiva e delicata, un disco che farà ancora parlare di sé.

Silver – Silver (LATLANTIDE/Edel)

Silvio Barbieri, in arte Silver, confeziona un disco prettamente pop, radiofonico, ben suonato e arrangiato, di chiara impostazione moderna con melodie ruffiane e accalappia ascoltatori, un cantautore però che, nel suo essere di facile appeal, cita i grandi del passato come Bob Dylan e i Beatles, suoi punti di riferimento per pezzi che incrociano ballate dolci amare e testi di ampio respiro, dove la semplicità delle parole usate è pura esigenza di confrontarsi con il mondo circostante, un mondo da conquistare giorno dopo giorno con la tenacia e con la determinazione di un giovane, un ragazzo che si destreggia tra pezzi che aprono ad un suono internazionale e finalizzato al racconto di stati d’animo e di esperienze di vita vissuta, un cantautore e il suo amore nei confronti della modernità in bilico tra sogni infranti e da realizzare, partendo con Questo amore fino al traguardo coverizzato della dylaniana It’s all over now, baby blue, per un disco di semplice ascolto, ma di grande capacità caratteriale, alla ricerca delle sempre sudate collaborazioni in grado di valorizzare e dare un peso maggiore alla proposta presentata.