Omosumo – Omosumo (Malintenti/Edel)

Progetto in bilico sulla voragine della vita tra atmosfere sognanti pop e desiderio elettronico di fondere il cantautorato con la necessità moderna di cambiamento, ad imbastire attimi lucidi di verità da cogliere negli occhi, da cogliere nell’istante, abbandonando il limite stabilito e cercando una naturalità di fondo che comprime aggraziata, si sposa ad arte e si veste di nuovi colori, magnifico esemplare di creatura da mantenere e preservare che trova una prosecuzione naturale con questo disco immaginifico e assurdamente bello che colpisce per acquarelli non troppo interiorizzati in attimi di luce brillante, perché Madre blu è solo il preludio per farci innamorare, poi arrivano le parole da In cielo come gli angeli e giù giù fino all’alchimia profonda tra i legami della natura con quella Sulle rive dell’Est che si fa trasporto e traghettatrice per esperimenti tra il vento del cambiamento e il bisogno di accarezzare l’intangibile e toccare lo sperato in un disco che porta con sé la bellezza delle cose migliori incrociando un’amalgama musicale difficile da incasellare, un po’ come ascoltare i La Crus intersecati a Mango che suona ad un concerto di Caribou per una musica che di certo non si ferma alle apparenze e che ha trovato nel trio delle meraviglie: Sicurella, Cammarata e Di Martino attimi di bellezza sudata e suonata, vissuta e contemplata.