Seddy Mellory – Urban Cream Empire (Kandinsky Records)

Gusto eccentrico per gli anni ’70 e le produzioni a venire, che si divincola in modo quasi acido e dirompente  pronto a destrutturare la capacità di dar voce al ghetto, canzoni che partono dal basso, con vena di protesta e quasi malinconiche con piglio autoironico, ma efficaci in grado di conglobare un’internazionalità alquanto spinta e catapultarci proprio in quegli anni tra New York Dolls passando per la sgangheratezza raffinata targata Clash e il genio folle di Rotten e compagni.

Un insieme quindi di 14 pezzi veloci, ben suonati e sotto i tre minuti, per sganciarsi da ogni forma di copia spudorata in musica, alla ricerca della canzone perfetta, alla ricerca di una sostanza, quella crema urbana che forma un sistema, un approccio, un mondo terreno dove vivere, tra le preoccupazioni di ogni giorno e i mondi che conquistiamo.

Nel loro terzo disco i nostri sanno con certezza che cosa vogliono e riescono anche a raccontarcelo; potrebbe essere la colonna sonora di GTA, sapete, quando si cambia stazione della radio, ecco trovare queste canzoni e sentirle dentro regala un senso di libertà che a fatica si riesce a spiegare.