Pontecorvo – Ruggine (Truebypass)

pontecorvo - Recensione - ruggine (Noise, Blues)

Stoner rock d’oltreoceano ad implementare uno strumentale davvero cattivo e granitico dove la distorsione sonora è costantemente richiamo ad invitanti visioni fumose e speciali. Ruggine parla di freddo glaciale e di interminabili giorni ad aspettare alla finestra della vita ciò che mai cambierà. Ruggine è anche azione che sventra il garage punk verso elementi di sostanziale abbandono mai esplicitamente marcati, ma piuttosto coinvolti attraverso attimi di sospensione, attimi di aria che risultano essenziali tra il rumore e l’apnea. Sette canzoni che scorrono. Confluiscono veloci attraverso un necessario sbocco verso il mare, partendo dalla pianura e incanalando il suono lungo i flutti di un fiume in burrasca. I Pontecorvo apprendono dal tempo uno stoner strumentale senza mezze misure e mezzi termini. Solo una voce in dissoluzione nel finale tra roboanti elementi di apertura e il silenzio.


Alberto Donatelli – Ruggine (Electra Records)

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Disco a lunga gestazione che arriva sulle nostre orecchie dopo sette anni passati a trovare la formula giusta, a trovare la giusta strada da seguire nel complesso mondo musicale, nella complessa realtà che ci troviamo ad elencare quotidianamente. Il rocker Alberto Donatelli ci regala un insieme di canzoni che suonano classic nel mondo indie. Un suono che attinge dalla tradizione rock e si impantana nelle nebbie della vita a diffondere coraggio e a dare, in qualche modo, un punto di sfogo necessario da cui partire. Ruggine nasce dal passato per proiettarsi nel futuro. Un album coinvolgente pezzo dopo pezzo. Canzoni come Maggio non mi piace, Nena, La foto che non puoi scattare sono l’esemplificazione di un’esistenza che diventa ricerca e non si accontenta, ma piuttosto trova negli anfratti dell’amore un punto di svolta, un’essenza lunga una vita intera.


Arianna Poli – Ruggine (Sonika Recordings)

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Rock che incontra il pop e la musica d’autore per un mini disco raffinato e coeso che si muove tra i chiaro scuri di una post adolescenza affacciata ad un’età matura qui raccolta ad arginare stilemi contemporanei per tuffarsi in una profondità del tutto personale. Il disco di Arianna Poli scava all’interno del nostro essere, si sentono le chitarre acustiche dei Kings of convenience incrociarsi con lo stupore rarefatto e ricco di energia del migliore indie rock degli ultimi anni, senza dimenticare i Marlene Kuntz dei ’90 che incontrano nel loro cammino gli Afterhours più introspettivi. Sei canzoni che parlano di amori e di vita interiore, da Mi libero di te fino a Distacco, quasi a raccontare una storia d’amore che si concede e si consuma al bruciare di una fiamma leggera. Un cantato interessante e incisivo analizza poi nuovi punti di vista, nuove interiorizzazioni a trasformarsi in diario di vita necessario e capace di trasmettere attimi di libertà sperata.