Andy Fredman – Pieces of paper (Seahorse Recordings)

Passione che non si ferma ai confini moderni, ma piuttosto si tuffa nel passato musicale più lontano e scava nelle profondità degli anni ’60 e ’70 alla ricerca di suoni non troppo elaborati, ma di sicuro effetto per un’esigenza di buttare su carta impressioni e sensazioni di quegli anni, attraverso una convincente prova che sembra non sentire il divario di un’epoca ormai lontana. Andy Fredman all’anagrafe Andrea Cavedagna, dà alla luce un album che prima di tutto è un viaggio emozionale per chi ascolta, le canzoni non passano di certo inosservate e la cura e precisione negli arrangiamenti fa in modo di dare un senso pieno e compiuto all’intero lavoro. It’s only a cry fa da apripista per poi via via creare continuità con The show fino al finale lasciato a The hardest game per un risultato finale in bilico tra sperimentale e classico frutto di elaborazioni continue capaci di raggiungere un meritato e ricercato traguardo. 


Moruga – Gallardo (IndieBox Music)

Risultati immagini per moruga gallardo

Sensazionali e compositi i Moruga confezionano una prova oltre le aspettative percependo dagli influssi personali generi e commistioni in grado di combinare indipendentemente corpo, istinto e anima attraverso un suono a profusione ben ponderato. Gallardo è una creatura multiforme, uno spazio angusto che si fa lontano e che pian piano si riavvicina contrastando le energie del momento incanalando la mente in nuvole di polvere e vibrazioni senza fine. La band bergamasca costruisce un suono partendo dal funk,  contaminandolo con il metal e con il dark in un sodalizio che esplode attraverso una poesia che lascia spazio a divagazioni ben sopra le righe. In questo insieme mistico di composizioni ci sta il bisogno di comunicare un fuoco interiore che non smette di bruciare, un fuoco che alimenta con costanza la sensazione profonda e notevole che questa band ha creato un piccolo gioiellino contemporaneo. 


Ferro Solo – Almost Mine: The unexpected rise and sudden demise of Fernando (PT.1) (Riff Records)

L'immagine può contenere: testo

Rock and roll sputato al suolo ad una velocità turbosonica ad impattare il muro di quotidianità che ci troviamo ad affrontare. Maglioni grossi, cappotti invernali fanno da scudo ad una musicalità che prende vita e ispirazione oltre oceano in un andirivieni di colori e sapori che ben fanno sperare. Il disco solista di Ferro Solo, all’anagrafe Ferruccio Quercetti, si avvale di una miriade quasi sconfinata di amici musicisti come, tra gli altri, di Sergio Carlini dei Three second kiss, Andrea Rovacchi dei Julie’s Haircut e Riccardo Frabetti dei Chow con l’esigenza di fare, delle vibrazioni in musica, un punto importante da cui partire, un punto che non definisce un confine, ma piuttosto una realtà necessaria pronta ad andare oltre le nostre aspettative. I pezzi corrono alla velocità della luce e l’anima nera e profonda che ne esce è uno spaccato punk intrecciato al rock più denso che possiamo immaginare. Un progetto più ampio questo, un progetto di largo respiro e grandi vedute dove l’immediatezza fa da contraltare alla coesione e pensare che questa è solo la prima parte. 


Alan Spicy – Frammenti (Beng!Dischi)

Risultati immagini per alan spicy frammenti

Trio esplosivo che trasforma la realtà in elemento congiunto da poter comprendere e scaraventare al suolo attraverso l’inclusione parallela di elementi di pura quotidianità capaci di entrare a spron battuto nei contesti di vita, in questi spazi di universo condiviso. Gli Alan Spicy deformano Frammenti, vengono da Rieti e sanno quello che vogliono. Il loro rock è un’amalgama efficace di tutto ciò che c’è stato in Italia negli anni ’90, grazie a suoni intensi e viscerali, suoni che non demordono e non disdegnano l’abbandono, ma piuttosto partono proprio da questa prerogativa, da questi concetti per delineare sensazioni in divenire. Sei pezzi che aprono e chiudono, danno inizio e concentrici creano una fine, da Plastica a Super Alan i nostri regalano una prova che diventa una corsa verso il nulla che avanza trasformando quel poco di buono in qualcosa di tangibile e nella fattispecie qualcosa di costruttivo. 


La scatola nera – Istantanea estesa (Autoproduzione)

Risultati immagini per la scatola nera istantanea estesa

L’aereo è esploso, tutti stanno fuggendo, l’acqua inonda l’abitacolo e il fragore attorno a noi si trasforma in ansia, in paura, paura dell’indefinito, ansia per quel qualcosa che non tornerà più. La scatola nera racchiude in questa sorta di concept l’essenza del disagio che si trasforma in panico attraverso canzoni sospinte verso il cielo che rischiarano poi le profondità degli abissi, incrociando il grunge allo stoner, passando per un indie di matrice newyorkese per un un album che porta con sé speranza e nel contempo disillusione, bisogno di scoprire e attimo immancabile. Le canzoni sciolgono l’atmosfera e una dopo l’altra lasciano presagire segnali chiari e intellegibili, pur mantenendo una voce in secondo piano che diviene un coro in lontananza, un punto lontano di non ritorno. Istantanea estesa è una bomba ad orologeria che si interseca con i cattivi presagi della vita, è un rock sopraffino da ascoltare e da far nostro in questi giorni. 


The last drop of blood – The last drop of blood (VREC 239)

Risultati immagini per the last drop of blood

Atmosfere desertiche abbracciate ad un rock che si spinge oltre i confini conosciuti atterrando granitico e nel contempo quasi psichedelico a rimarcare un territorio concentrico e a lento rilascio dove a farla da padrone sono i suoni provenienti da lontano, da un’altra dimensione. Le sette canzoni che compongono il disco dei The last drop of blood sono indice di una capacità intrinseca nel riuscire a creare brani dal forte appeal emozionale e a tratti distruttivo mescolando il rock più classico con l’elettronica e le atmosfere cinematografiche di un film che non vuole finire. Imponente e monumentale il singolo Thorn, senza dimenticare l’apertura affidata a Cut Wire e finendo un intenso lavoro con la title track che ridona emotività creativa ad un disco strutturalmente ineccepibile che scava nella memoria dei bisogni passati alzando la polvere della quotidianità e guardando oltre il disincanto della vita moderna in un’apertura sonora in stato di grazia pronta a lasciare il segno. 


Garbato – Anima Sensoriale (Resisto)

Risultati immagini per garbato anima sensoriale

Rapporti umani lasciati in disparte nella civiltà del progresso, rapporti umani devastati dall’apatia e dall’odio nel mondo dell’economia e del capitalismo imperante, rapporti colati a picco nel mare più profondo, ma pronti ad essere rivisti, ripresi, cercati e inglobati in una parola che diventa musica, in un disco che parla proprio di persone, di gesti, di comunicazione e si fa portavoce di un bisogno collettivo, di un sentire comune che si sofferma oltre ogni moda imposta. Il nuovo dei Garbato è un gesto d’amore per tutto ciò che ci circonda, è un simbolo di lotta sempre incanalata in una rabbia quasi gentile, una rabbia che si fa racconto attraverso le poesie del tempo instaurando con l’ascoltatore un desiderio di rivincita, un desiderio di rivalsa contro i soprusi della vita moderna. I suoni ricercati attingono dal cantautorato e dal prog la loro linfa vitale e ci accompagnano in una sorta di concept sul ciò che perdiamo quotidianamente. Da Riflessioni a 100 all’ora i Garbato incasellano sentimenti mistici e quasi fuori dal tempo in un album di certo non banale, ma piuttosto pronto a lasciare il segno. 


AnimArmA – Millennials (Autoproduzione)

L'immagine può contenere: sMS

Schiaffo alla realtà che apre voragini di necessità mai assopite e pronte a distruggere abbondantemente le mode del momento sputando in faccia alla quotidianità con un rock abrasivo e convincente, un rock che non si abbandona ai cliché del momento, ma piuttosto intavola discussioni continue con le nuove generazioni che si trovano ad affrontare percorsi sempre nuovi, ma percorsi alla deriva. Millennials è uno spaccato reale di questa società, sono quattro pezzi incisivi che aiutano ad abbondare in un EP di grazia che non si accontenta, ma segna un momento, segna un percorso nel bisogno di fare sentire sempre e comunque la propria voce, il proprio grido. Dalla canzone inno Vita puttana fino a Letame passando per Antisocial e Incredibile i nostri intascano una prova che non contempla le mezze misure, ma sicuramente risulta essere una prova di questi tempi necessaria. 


Belluz & Bosco 21 – Il mondo che non piace (BZ RECORDS)

Canzoni che fanno presa sin da subito e consentono di entrare in un mondo fatto di realtà tangibile pur non disdegnando avventure musicali che intersecano bisogni essenziali di creare mondi attraverso la vita che abbiamo davanti, attraverso la quotidianità che cerchiamo di confondere con le nostre menti e che invece inesorabile si propone in tutta la sua ineluttabilità. Il disco di Belluz & Bosco 21 racconta di oggi, racconta attraverso una musica pop con velature rock di un insieme di impalcature atte a riconoscere il nostro sudore quotidiano in pezzi che non si chiedono troppo, ma che viaggiano su di una linea reattiva e consentono una presa sicura perché vicini al nostro vivere, vicini a tutto ciò che ci gira attorno. Da ricordare per scelte stilistiche e sicuro impatto canzoni come l’apertura Il mondo che non piace, passando per Anni ’90, Illusione, Rondine, fino al finale lasciato al Mondo da vicino, ad incidere esigenze di contatto con le giornate che ci trascorrono davanti, tra sogni, pensieri onirici e quel piglio sbarazzino e ironico che rende questa proposta fresca ed efficace. 


The Sonora – The Sonora (Believe)

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Suoni compressi e rock dove la rabbia segna l’abbandono e conquista lidi di inoppugnabile qualità e si fa largo attraverso canzoni scritte in un lasso di tempo lunghissimo. Più di dieci anni di passioni e ammirazione per una musica senza confini e capace di entrare nelle corde di chi ascolta attraverso un facile appeal caratterizzato da ritornelli contagiosi e da un buon gusto pop mai edulcorato. L’omonimo dei The Sonora è un album che parla di quotidianità attraverso la qualità delle canzoni proposte, niente di trascendentale certo, ma un buon pop rock eterogeneo a dovere che si sofferma sulla diversità dei brani e ci consente di entrare in un mondo intimo fatto di sogni infranti e desiderio di rivalsa nei confronti di ciò che non va bene con la speranza che qualcosa prima o poi possa cambiare. I The Sonora partono da qui per identificarsi come fautori del cambiamento, dall’iniziale potenza di Rub it fino a Coming Storm i nostri lanciano segni di presagio e stabiliscono un equilibrio importante nella ricerca continua della perfetta canzone da stadio.