Rock poderoso che coinvolge fin da subito grazie a cavalcate in grado di regalare emozioni provenienti direttamente dall’iperspazio e contagiando grazie a viaggi cosmici un mood e uno stile che non ha confini, anzi che respira di un’internazionalità altamente significativa in diretto contatto con band che hanno fatto la storia della musica rock anni ’90 come Skunk Anansie o Cranberries su tutte.
Il gruppo veronese degli Endless Harmony, che anagraficamente parlando come età si aggira attorno ai venti anni, intasca una prova di indubbio impatto emozionale grazie anche alla presenza di un produttore artistico dal nome importante, Pietro Foresti, già collaboratore di Korn e Guns N’Roses per citarne alcuni, riuscendo a valorizzare al meglio le doti canore dell’ italo/dominicana Pamela Pèrez accompagnata per l’occasione da degli ottimi strumentisti in grado di ridare luce al meglio del tempo trascorso e generando di conseguenza un punto essenziale da cui partire per formare una musica d’insieme di ampio respiro e sicuri traguardi.
Reduci i nostri da un’apparizione fugace al Pistoia Blues, vibrano fendenti con l’apertura I know fino a Slave inside, cover rivisitata in inglese di Schiavi Moderni, pezzo della band toscana Rhumornero, per un disco strappa applausi in grado di accontentare anche i palati più esigenti.