May Gray – Ritorno al sereno (Manitalab/Private Stanze)

Copertina di May Gray Ritorno al sereno

Maturità artistiche nei già conosciuti May Gray grazie ad un disco profondo nella superficie del pop sognante e in grado di attraversare il nostro stato umorale trasformando una grigia giornata in qualcosa di ammirevolmente accecante. Le canzoni di facile appeal a cui ci avevano abituati continuano in una solidità della proposta davvero interessante. Una proposta vista con gli occhi di chi tenta giorno dopo giorno di dare fantasia ad un mercato saturo di inventive, ma come in questo caso in grado di confezionare una musica che non ambisce a delimitare confini, ma piuttosto evapora sognante nei flutti dell’immediatezza da assaporare nell’attimo che trascorre giorno dopo giorno. Canzoni come Camilla, Testa in tasca, Tra di noi, Via Pennisi non passano di certo inosservate scardinando un rock alla Foo Fighters che incontra i nostrani Ministri e i FASK in suoni che si prolungano a dismisura in cavalcate elettriche davvero energiche e invitanti al pogo sfrenato. Ritorno al sereno è il bisogno di guardare verso una direzione, scegliere una continuità captando odori e profumi di un attimo da custodire e quando meno te lo aspetti con quello stesso attimo avere la possibilità di cogliere ogni percettibile sfumature dello scibile umano.