Riserva Moac – Babilonia (Galileo MC)

Mescolare le lingue i gesti e le passioni quotidiane, entrare in un ricco giardino pieno di varietà che spaziano tra il già visto e l’innaturale sorpresa di essere al cospetto di un qualcosa che prende forma pian piano e alcune volte riesce di prepotenza sempre ben calibrata a ricondurre i vari passaggi ad uno stile, si già conosciuto, ma che è carico di novità continue e afferrate, bellezza e rinascita, capacità espressiva e pura esigenza narrativa che fa del villaggio globale un bisogno di compiutezza che si avvale per l’occasione di nuove e preziose collaborazioni.

Questi sono i Riserva Moac e questo e il loro nuovo Babilonia o almeno è l’idea che i nostri si sono fatti di una Babele che riesce a sfiorare il cielo e nella sua complessità lancia messaggi universali, comprensibili e anche di denuncia verso ciò che nel mondo è sbagliato, verso ciò che ancora ci trattiene e ci rende miseri davanti al prossimo, davanti a chi ci sta davanti confermando il fatto che un’azione pratica la si deve fare al più presto.

Sotto l’aspetto musicale i nostri incorporano un global folk che fa ballare e non permette ai piedi stanchi di fermarsi nemmeno per un momento, un concentrato di energia coadiuvata da strumenti inusuali e la presenza essenziale di Marco Capaccioni, Alberto Brizzi e dal musicista programmatore Francesco Bruni.

Un disco perfetto in ogni sua forma, registrato magistralmente e ricco di incursioni che vanno da Master App, Salia, Big Roma, White Widow, passando per Erriquez della Bandabardò; musica in evoluzione, musica che non si stanca di far sentire la propria voce al mondo intero, una musica che supera i confini e ci regala un messaggio importante più che mai in questi tempi colorati di verde sulle pareti dell’Expo.