Random Clockwork – Wires (Autoproduzione)

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Contorte visioni industriali amplificano un bisogno di appartenenza attraverso una musica elettrica che condivide aspettative e bisogno di urlare al mondo la propria appartenenza. Il primo disco dei Random Clockwork è potenza incontrollata e malata, fatta di distorsioni eclettiche che intensificano visioni e bisogni attraverso una concreta interiorità svelata e scovata, un’interiorità che diventa musica quando i nostri trasformano materia interiore in qualcosa di sudato e aggregante. Suoni forti, suoni viscerali si muovono in modo deciso da Macula passando per la stessa title track, Amigdala, Memento. Pezzi che alternano potenza e fasi interiori di un mondo da scoprire ascolto su ascolto. Il disco dei Random Clockwork non resta relegato in disparte anzi, prende a prestito considerazioni sulla natura e sul proprio essere per dare vita a suoni che alternano l’uomo alla macchina, la pancia e l’intelletto, il sogno e la realtà.