Psiker – Maximo (Autoproduzione)

Artista visivo che abbraccia l’elettronica d’aspetto e ne protende visioni e speranze in costrutti decentranti e cerebrali, il tutto ad infittire trame e  strutture in stereofonia arrangiata a dovere e prendendo spunto dai contesti di vita che si affacciano direttamente al suono degli anni ’80 intrappolato nella rete della modernità a ricostruire parabole ascendenti verso l’ignoto e soprattutto verso il proprio essere, verso quello stare al mondo che è sì parallelismo coscienzioso, ma anche aspirazione, attesa e volo libero che si respira in tracce come il singolo Metropolitana a studiare i movimenti, i viaggi, le vite delle persone, le vite degli altri, in un colore vintage tipicamente italiano che si innalza a synth pop studiato in pezzi come L’altro ieri, Parla parla parla o nel finale da Attento, per una manciata di brani, precisamente dieci che ricoprono decadi di un tempo che fu e qui rispolverate a dovere nella speranza che ci sia una giusta riscoperta di un genere che in questo disco si riappropria di contenuti e di tanta sostanza, messa lì a sedimentare a comprimersi e a contorcersi, fino all’esplosione finale dove la ricompensa sarà solo un punto di partenza per la strada da seguire e dove le collaborazioni con artisti passati, che hanno fatto la storia di genere, come Francesca Gastaldi degli ZEROZEN, Raffaella Destefano di MADREBLU, Luca Urbani dei SOERBA e Odette di Maio dei SOON, sono fondamentali per entrare nel mondo di Psiker e delle sue composizioni digitali.