Like a Paperplane – Unfolding Light (OverdubRecordings)

Cieli e spazi indefiniti che piovono miracoli di stelle lucenti da prendere e delicatamente custodire.

Aerei di carta che si innestano a coprire foglie di alberi spogli e sostanza, dove se ne trova, a rischiarar dalle nuvole e poi il sereno.

Abbondanza di post rock nel nuovo disco dei Like a Paperplane, che mira a costruire una trama sonora fitta ed efficace, capace di raggiungere profondità in bagliori di luce e possibilità di vita, vera, autentica.

Il primo full length è passione cosmica per l’indefinito e per quell’elettronica che fa da contorno a cavalcate sonore che si prestano ad abbozzare un paesaggio lunare pronto ad essere scoperto e assaporato.

Dieci tracce che tendono, nella loro interezza, alla perfezione, in quadro non del tutto definito, ma ricco di sostanziali e ipnotiche aspettative.

Astolfo sulla luna – CancroRegina (MiaCamerettaRecords)

Astolfo sulla luna è:

Lei – Divagazioni in delay, sfoghi letterali e sottofondi synthetici Lui – Catenelle a caso su piatti ben precisi L’altra – Reazioni calcolate ad overdrive costante

Astolfo ruba pezzi di Letteratura per renderli propri. Astolfo inventa bpm a Tempi dispari. Astolfo ricopre il tempo con un basso Incostante. Astolfo synthetizza la realtà per poi Sputarci sopra con distorsioni in delay. Astolfo è antipatico, antisettico, matematico, irrequieto, irreale, malvagio, tenero. Astolfo non sa cantare nè parlare, però si veste bene. Astolfo è postneoclassicismorealista qualcosa. Astolfo si vede una volta si e 364 no. Astolfo va sulla luna a riprendere il Senno perso, lo riporta Qui. Sotto forma di Rumore.

Concentrato di affanni in delay, sontuose cavalcate attorniate da epiche parole, quasi un poema, quasi un Ariosto del XXI° secolo a scandire il tempo in una giornata di pioggia dove il nulla sembra essere al suo posto.

Ed ecco la rabbia scatenata, momenti di acuto silenzio e sana recitazione contrapposti allo scatenarsi della tempesta inondante. Recitato Offlaghiano, struttura compatta, quasi sensuale carezza, quasi stucchevole ragione dell’intendere.

Trio di batteria chitarra e basso che raccoglie spunti dalla tradizione post rock, per dilatare il tutto con stile.

4 Canzoni che destrutturano la forma canzone, citando anche Dante e il passato, un’anima tormentata quella che canta, un’anima che raccoglie le ore dove la mezzanotte scuote la memoria, dove ci sono anni per costruire e attimi per distruggere, i nostri sogni in un unico sogno. Sono felice per Astolfo, felice che abbia trovato la sua strada.