Angelo Sava – Addio Pimpa (Autoproduzione)

C’è la furia dell’urlo nella malinconia della vita in questo disco di Angelo Sava, c’è il bisogno sostanziale di rimettere le cose apposto dopo la tempesta, di ricucire il mondo oltre ogni aspettativa tra le onde del cantautorato e il noise distorto a ricoprire ogni forma di speranza per una vita migliore, una manciata di canzoni nascoste tra i lamenti dell’anima che impazzano gli abbandonati colori per entrare e farsi vedere, uscire allo scoperto, non aver paura di dimostrare la propria appartenenza ad un altro tipo di vita; Addio Pimpa è una scritta indelebile su di un muro, è l’abbraccio solitario con il passato che si consuma, attanaglia, stringe al cuore, Ritornerò su tutte è il pezzo più rappresentativo di questo lavoro, una Pesaro rumorosa che si fa sentire oltre il buio che avanza, oltre le grida laceranti di dolore, c’è un uomo, Angelo Sava che ripercorre i fili sottili della propri anima gridando al nuovo giorno che verrà.

June and the well – Gudiya (Waterslide Records)

Un emo post rock emozionale che contrasta le onde estive per regalarci una prova dal sapore internazionale capace di entrare in profondità tra chitarre pulite accompagnate dai distorsori americani che hanno segnato gli anni ’90, con impatto emotivo riconoscibile e altrettanta malinconia per un tuffo nel passato senza fine, ma con forti rimpianti.

June and the well è il progetto di Luigi Selleri, batterista dei Suburban Noise, ad affilare la scena con un ritmo emozionale e dilatato che attorniato da amici, si concede e realizza questo Gudiya che uscirà come 131° creatura dell’epica etichetta giapponese Waterslide Records.

Gudiya è il nome di una bambina indiana, vittima di abusi e soprusi, un modo diverso per concepire un’idea, un modo diverso per essere parte e raccontare di un mondo in distruzione e pienamente assorbibile; noi vittime quotidiane del potere, dei poteri forti, di quel distratto camminare verso il nulla, sotto i riflettori di un cielo azzurro invisibile.

Ecco allora che le canzoni prendono vita e si fanno narrazione per essere parti centrali di una creatura che vuole farsi sentire, che ha bisogno di esporre i propri limiti, ma anche le proprie potenzialità, tanta luce in questo disco, tanta speranza in queste 6 tracce, a partire dalla bellezza velata di Francis, passando per S-low con Matilde Davoli e il finale alla memorabile The Bend.

Un disco che ci porta a fare capriole infinite lungo i prati del passato, tra discese scomposte e verità celate, tra omertà che deve riaffiorare e raggi di luce pronti ad illuminare la scena, ridando dignità a ciò che si perde e certezza per un futuro se non migliore almeno diverso.

Siren – The Row (Red Cat Records)

Rock band dal sapore ’90 che include una passione per il ritmo ad altre introspezioni sonore dove lasciarsi andare, inglobati dal suono di riferimento e portati a raggiungere il benessere attraverso sferzate di post grunge e incursioni dosate al punto da essere caratterizzanti in un  equilibrio esistenziale.

Questi sono i Siren, rock band di Pesaro, con il loro nuovo e primo album The Row capace di amalgamare melodia e buon gusto ad un alternative non spiccato, ma pronto a sfociare quando meno te lo aspetti.

Il tutto si evince ascoltando la commistione con strumenti inusuali per il genere come violini e violoncelli, trombe e fisarmoniche a creare e a sancire dico io, un’unione emblematica che vede l’inusuale appunto con il voler creare qualcosa che va ben oltre il già sentito, spiccando per coraggio e originalità.

Un disco che parla dei paradossi della vita a cui ognuno può dare la propria interpretazione e dove ognuno di noi è la chiave, a sua volta, per comprendere il mistero, incasellarlo e rigettarlo al suolo con nuovi significati tra ombre oscure e spirito di rassegnazione.

Un disco ben composto che si avvale, per la registrazione, dello studio Waves di Paolo Rossi a Pesaro, un album intenso e ricco di suggestioni, capace di raccontarsi e vivere.