Siciliano sono – Mundo malo (Autoproduzione)

Contaminazioni sonore che fanno del destino della nostra società un punto da cui partire, un punto di sospensione che ci incanala verso mondi lontani e ci rendi forti per affrontare le sfide del tempo che verranno; una musica che trasporta e disorienta, ci fa apprezzare le culture lontane e ci rende partecipi costantemente di qualcosa di più grande e finalmente condiviso.

I Siciliano sono nel loro secondo disco Mundo malo, sembrano racchiudere al proprio interno una musica che parla al mondo in una Torre di Babele ricostruita e pronta a denunciare i mali della società, l’oppressione del più ricco nei confronti del più povero, l’eterna lotta tra chi conosce la fame e chi l’ha solo vista per televisione: undici tracce che parlano della società moderna in un mondo sottomesso dal vivere nell’ingordigia di pochi.

Ecco allora che l’occasione di riscatto arriva a ritmo di patchanka, di ska, di rumba e di reggae con un tocco di musica balcanica ad insaporire una ricetta certamente riuscita e di sicuro impatto sonoro, che si esprime al meglio in pezzi come La terra, il sole e il mare, Balla, Raccomandazioni e la scintillante di speranza title track.

Un album che analizza il nostro tempo, lo fa in modo che questo raccontarsi sia godibile innanzitutto e ballabile, un concentrato di energia che si fa canzone per le generazioni future, pronte a sperare in un quadro futuro di rispetto e condivisione tra i popoli.

W.Victor – Che bella cacofonia (Ottokar)

Suono contaminato di terre lontane ad unirsi e creare un insieme di voci che va oltre il concetto musicale, ma si espande a conformare una musica di babele, un’immensa e regnante città dove la democrazia è il potere dei più deboli e dove la narrazione e il raccontare la vita è ingegno puro lasciato al tempo, tra ritmi danzerecci balcanici in bilico tra il cabaret e la farsa tragicomica in un vortice di emozioni che si trasforma in festa in qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi posto vi troviate.

Testi che si raccontano e che portano dentro al nostro cuore un immaginario onirico che racchiude la vita nella strada e per la strada, un abbracciare culture diverse come fossero nostre e immancabilmente parte di noi stessi, vietando la parola confine, in un connubio di grandi capacità espresse in questa prova dal sapore mediterraneo.

Si parte con E carnevale, arrivando a Un giorno così passando per la calma prima della tempesta in Perché e raggiungendo apici di poesia in Azerty Uiop; un cantautore che si concede al mondo tentando di farsi domande e spiegando un perché non sempre facile da intuire.

Questo è il nuovo disco di W.Victor e qualunque possa essere il vostro stile musicale preferito non potrete mai e poi ma non uscirne dall’ascolto stupefatti.