Senhal – Parapendio (Dischi Mancini)

Disco di pop raffinato e contorto, calibrato a dovere ed esigente nei confronti di una scena ormai piatta, un album che è una ventata di vera freschezza tra le produzioni odierne intascando l’esigenza di raccontare e raccontarsi grazie a poesie che si fanno quotidianità sospinta verso l’alto e pronta a planare toccando prati, fiori e la vita stessa, il mondo visto dall’alto e noi consapevoli spettatori siamo li per raccontarlo, per farlo nostro, per ricreare dentro di noi l’esigenza di ritornare come eravamo, dinamici e all’interno di un tutto che ci vede molte volte i veri protagonisti della nostra vita.

Paesaggi crepuscolari che disegnano l’ampiezza e noi cullati dall’aria che ci accompagna pian piano nell’entroterra di canzoni come la title track o Panoramica a riaffermare un concetto che si esprime notevolmente soprattutto nel finale con Fiori e Bianco, per un disco che vede crescere notevolmente una band in continuo divenire e una copertina leggera e significativa come lo è la disegnatrice veneta Marina Marcolin: un tuffo nel vuoto tra i sogni del domani che deve arrivare.