Paolo Bernardi – Impressions (Sifare Edizioni Musicali)

Paolo Bernardi con questo nuovo lavoro confeziona la nostalgia per un passato che non c’è più a ricercare passioni di velluto impresse in fotogrammi dal sapore di un bianco e nero rappreso da rami avvolgenti in distese di campi abbandonati all’inverno.

Un viaggio attraverso i boschi della memoria, in bicicletta, dove il vento ti invade la faccia e dove i sentieri ad un tratto si fanno meno sicuri e poi il ricordo di Tullia, al tempo passato assieme forse, a quell’essere giovani in un’altra era, in un’altra epoca dove i fiori per miracolosa magia rimanevano vivi allo scorrere dei giorni.

In questo disco ci sono le improvvisazioni jazz a cui il pianista ci aveva già abituati, ma c’è anche molto minimalismo a sancire quella corrente emozionale che non ha mai fine.

Notevoli inoltre le leggere incursioni sonore in elettronica di derivazione sotterranea del fratello Fabio che chiude un cerchio fatto di pensieri e note.

Un album ricco, una colonna sonora che si permette di citare cover deliziose come Yesterday dei Beatles o Song for Eia di Michael Jones, un disco da riascoltare più volte in un eterno divenire di correnti post moderne.

 

Héloise et Abélard – Lettere d’amore musicate da Paolo Bernardi (Sifare Edizioni Musicali)

Una passione per la letteratura che si mescola con il jazz sopraffino che lascia il segno ad ogni passaggio di ottava, meravigliando una voce narrante e sicura nel proprio incedere a raccontare una delle storie d’amore più tragiche che si siano mai ascoltate.

Paolo Bernardi dopo il successo suonando Aznavour, si cimenta creando un vero e proprio audiolibro dove il musichiere romano interseca in modo efficace suonate per piano accompagnato da Piercarlo Salvia al clarinetto e al sax tenore, da Francesco De Palma, Marco Contessi e Flavia Ostini al basso, da Pietro Fumagalli, Stefano Cicconetti e Dario Panza alla batteria e dalla voce di Abelardo interpretata da Fabrizio Picconi e da Rosanna Fedele nelle vesti di Eloisa.

11 tracce di questo amore che si inerpica nella religione, attraversando eventi storici  e fermandosi davani al dovere morale: coscienziosa scelta di una prondità succube dei giorni e del tempo.

Suonato in modo superbo grazie a contrappunti conturbanti, il classico della letteratura si fa vivo più che mai, dentro ad un mondo che è scontro tra ragione e sentimento, dovere e istinto; quasi a chiudere un circolo magico doloroso, intenso, vero.

Paolo Bernardi Quartet – …plays Aznavour (Sifare edizioni musicali)

Il jazz rivisitato e rivisto, un cuore che pulsa verso l’infinito, adocchiando nelle galassie più lontane note improvvisate e lasciate andare cullate dalle onde intergalattiche di tasti bianchi e neri che si divincolano in piani sequenza che vedono lo stagliarsi di strumenti quali sax, contrabbasso e batteria.

Al piano invece il grande jazzista romano Paolo Bernardi, un nome che non ha bisogno di parecchie presentazioni, che gioca con la sua vena poetica creando bellissimi contrattempi intagliando Aznavour da un pezzo di legno già perfetto di per sé trasformandolo in materia musicale, strumentale e pensante.

Ci sono tra le altre le bellissime “Com’è triste Venezia”, “L’amore è come un giorno” e a coronare questo sogno incastonato appaiono “Autoritratto” e “Mon ami” due brani che scavano nell’interiorità del pianista cercando di creare un filo, un collegamento Italia-Francia che spezza le barriere e si fonde in un unico grande suono.

Un disco tecnicamente impeccabile, fresco e genuino che potrà deliziare i numerosi cultori del genere o le serate in riva al mare guardando il blu cobalto che vira in luce notturna.