NREC – Signals (Musicacruda/TunaRecords)

Questo è il disco del millennio che deve arrivare, è un disco di grattacieli in fiamme e di anime dannate e corrotte che cercano un modo per rinascere nuovamente, un disco di elettronica che non è solo elettronica, ma è colonna sonora meravigliosa suonata da Enrico Tiberi, che si tuffa in modo perentorio e classicheggiante tra passato e futuro, gli anni ’80 e i sintetizzatori per arrivare con le basi snocciolate di Apparat e le sospensioni sonore a creare substrati intelligibili di finezza amalgamata, di composita meraviglia che si fa arte, che manda segnali da una fotografia sbiadita di un tempo, una Lomo che racchiude la nostra esistenza e allo stesso tempo una musica che è impossibile non amare: estrazione di cinema, estrazione di film, estrazione di vita eterna.

Dieci tracce dove nulla è lasciato al caso, tutto è curato fin nel minimo particolare e dove le incursioni millimetricamente pensate sono l’esigenza di chi possiede una forte capacità di inventiva.

Un album quindi che è stato ragionato e voluto, la dicotomia uomo animale che si espande fino agli abissi più profondi, alla ricerca di espansioni cosmiche sul divano di casa, alla ricerca di un punto d’entrata in altri e più oscuri universi paralleli.

Nrec: Spaghettironica EP (Bananophono Records/Tuna Records)

Spasmi, contrazioni muscolari e ambient declamato fin dalle prime note che si contorce però contro l’albero della nostra coscienza, inerpicarsi elettronico di campionamenti prodotti egregiamente che si discostano da qualsivoglia schema mediatico e nel ripetersi ossessivo si fa forma e sostanza per l’attesa che va ben oltre il sperato.

Enrico Tiberi in arte Nrec è un asso in tutto questo, è un manipolatore di suoni continuo che coadiuvato da Daniele Strappato alla voce si lascia andare al vortice della follia musicale campionando suoni e inventandone altri in un’era in cui il già sentito risulta la prassi quotidiana.

Il nostro Nrec va ben oltre a tutto questo, si consuma creando incroci sonori tra Aphex Twin, Apparat e i Lali Puna intensificando costrutti che in sole quattro tracce ci permettono di regalare un quadro generale ben definito e sudato, mai banale e sicuramente di forte impatto.

Un disco per un lounge che va ben oltre l’idea di aperitivo, un’elettronica alternativa di classe che salpa verso altri lidi o almeno si spera.