The singers – The singers (Cosecomuni)

http://www.rockit.it/copertina/23784/the-singers-musica-the-singers.jpg

Succede spesso di incontrare gruppi che hanno un buon tiro, registrazioni impeccabili e andirivieni di fraseggi chitarristici da cori da stadio.

Capita però con meno frequenza di imbattersi in band con un sound maturo, seppur al secondo disco, portanti di un’energia che involontariamente esplode come fosse un modo per assistere ad un live nella poltrona di casa.

I The Singers nel loro omonimo regalano 10 canzoni di incrocio tra pop e new wave, a tratti sembra di stare dentro al film Kellyano “Donnie Darko”, altre nella colonna sonora di “Beverly Hills” o “Dawson’s Creek”, il che non ha nulla di negativo anzi il gruppo è sempre alla ricerca della canzone alternativa perfetta: orecchiabile, ma allo stesso tempo con appeal underground.

I cinque mantengono quindi le promesse, sanno cosa vogliono e lo sanno fare bene, canzoni che colpiscono sono certamente “Toronto” e “Flowers in Navona” altre ricordano invece evocativi ricordi come in “Maestro” e “Alice”.

Un miscuglio quindi eterogeneo di stili da “Spandau Ballet” a “Tears for fears”, dai più attuali o quasi Placebo alle cavalcate potenti di Nickelback.

Unica pecca dell’album a mio avviso, è che ad un certo punto le canzoni suonano un po’ tutte uguali: l’originalità nel complesso si sente eccome, un po’ meno manca la canzone che emerga in modo preponderante rispetto alle altre.

Resta comunque una bella prova, velata di rosa e conturbante quanto basta: creata per far innamorare.

Les Fleurs Des Maladives – Medioevo (ZetaFactory) Super Anteprima!!!

Un disco di puro stoner rock che fa saltare dalla sedia anche il più profano del genere.

Medioevo uscirà il 12 Novembre, ma noi di IndiePerCui abbiamo deciso di recensire l’album in anteprima.

les-fleurs-des-maladives-musica-medioevoIl trio lombardo è una realtà fresca e orientata ad un rock granitico caratterizzato da passaggi-assaggi di pura poesia emozionale.

Si perché al fragore elettrico è associato un convincimento di liriche che va oltre la media ascoltata nell’ultimo periodo.

I tre sono un misto tra Elettrofandango e Teatro degli Orrori con occhi oltreoceanici rivolti ad Alice in chains e Audioslave.

Il suono che ne esce è potente e deciso: una tempesta perfetta che si scaglia con violenza e precisione all’interno di ogni cuore che ascolta.

Le canzoni più incisive sono “Medioevo” a cui è accompagnato un significativo video uscito in questi giorni, “Novembre” invece è canzone scelta da Nada per essere cantata nel suo “Live stazione birra”, poi la scaletta si fa sempre più viva con “L’alchimista” passando per “La bellezza” spartiacque perfetta che apre letteralmente le menti e lascia con un amaro in bocca indescrivibile.

“Ennio” è apertura spasmodica all’indefinito in una strumentale che ci porta a “Dharmasala” canzone di protesta che comprende piccole suite di sperimentazioni ingegnose.

In conclusione la ballata leggera e decadente “21 grammi di cenere” con tanto di arcobaleniana ghost track acustica nel finale.

Un disco che appassiona fin dal primo ascolto, sarà un po’ per i suoni curati, i testi ricercati e la voce gridata, ma pulita che “Les fleurs des maladives” donano e fanno trasparire da tutti i brani una passione sviscerale per il cambiamento, un percorso che crea alternative  possibili dove ognuno è libero di fare le proprie scelte con consapevolezza scavalcando ogni barriera esistenziale, unico vincolo per un’Italia da cambiare.