Newdress – Falso negativo (VREC)

Suoni sintetici che inglobano l’atmosfera di luci e ombre attingendo direttamente dalla wave anni ’80 una capacità di ricreare elettronicamente atmosfere che ben si sposano con il repentino cambio musicale odierno in una ricerca che in fin dei conti si fa novità nella stesura, ma anche nel suono, ad arricchire ciò che prima era già di per sé punto di partenza importante per una band che ha un forte debito nei confronti di gruppi come Joy Division, ma anche nei confronti di una serie di modernità acclamate internazionalmente come gli Editors in un dissertazione musicale fatta di bianco e nero, una contrapposizione costante che si respira lungo tutte le nove tracce che fanno parte del disco in un sali scendi di intenzioni che soprattutto nella prima parte si concede ed emoziona altamente grazie ad un’ispirazione che sembra non sfuggire, facendo presa sull’ascoltatore in modo da ricreare un ponte tra passato e futuro, un ponte di ricerca che possiamo assaporare nelle prime note della riuscita Attico Narcotico, ricordando Bluvertigo fino a quella Sorride a tutti, ineluttabile finale a sancire una buona prova ben costruita e pronta a ricordare ciò che è stato proiettandolo nel quotidiano nero vivere che ci accomuna.

NewDress – Legami di luce (Kandinsky Records )

Legàmi di luce cover artTrame elettroniche che si infittiscono fino a diventare un’unica cosa, un’unica sinfonia pronta a regalarti sempre il meglio per un inizio inaspettato.

I NewDress confezionano un album che è matrice fondamentale di elettronica legata in stato di grazia da una voce potente e comunicativa, chitarre che tessono tele su tele fino a coprire quei refrain che ammicano ad un sound extraitalico legato in primis a Editors di “In this light or in this evening” e ai Joy Divison.

Un disco costruito attorno ad atmosfere rarefatte, quasi cupo e oscuro dove vengono raccontati amori lontani, onirici, quasi inconsistenti dove ogni persona che ascolta può immedesimarsi nelle parole di Stefano Marzoli.

La batteria di Jordano Vianello si mescola perfettamente alle intromissioni puntuali di sintetizzatori e chitarre, quest’ultime suonate interamente da Andrea Mambretti.

Importante inoltre la presenza di Lele Battista ai sintetizzatori, al rodhes e ai cori mentre in “Bisogna passare il tempo” il sax di Andy ex “BlueVertigo” si staglia su tappeti elettronici di pregevole fattura.

Pezzi come al “Tatto nel buio”o il singolo “Dissolve” sono vere e proprio perle da nascondere e ascoltare solo quando i nostri pensieri lo chiederanno.

I tre bresciani hanno raggiunto un notevole livello di maturazione e questo album è il risultato più splendente.

La luce che ora li avvolge potrà farlo in eterno? Certamente si finche qualcuno avrà gli occhi per sentirla.