Nero Kane – Tales of faith and lunacy (BloodRock Records/Nasoni Records)

Atmosfere morriconiane impresse nella mente per un disco cinematografico dove il sapore del passato si mescola a qualcosa di più attuale, vicino alle visioni di Nick Cave e alle interpretazioni di una litania oscura e ammaliante. Torna Nero Kane con un progetto stratosferico e impressionante. Melodie polverose e ridondanti imprimono speranze e attenzioni in una sorta di post rock cantato dove le piatte linee vocali si fanno ricorrenza per un risultato concentrico e psichedelico, un concentrato d’autore che amalgama costrutti, elementi fisici, materici e onirici in una continua scoperta del mondo sotterraneo che ci circonda. Tales of faith and lunacy stupisce. Mary of silence ha il profumo del capolavoro come del resto Magdalene fino a scorgere bagliori penetranti nella finale Angelene’s desert. Il disco di Nero Kane, coadiuvato dalla voce di Samantha Stella, amplifica in un passaggio le nostre visioni ultraterrene e dona oscurità necessaria al nostro essere reali.


Nero Kane – Love in a dying world (American Primitive)

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Spogliato di ogni orpello di genere il nostro Nero Kane entra nei territori polverosi di un’America risvegliata dal rumore degli avvoltoi che si nutrono di carcasse e resti come se non ci fosse un domani, attraverso strade mai definite e territori in continuo mutamento, in territori che si fanno esplorare e che per l’occasione diventano terreno fertile per nuove soddisfazioni future. Ritorna Nero Kane, dopo la parentesi con lo pseudonimo Nero in grado di dare alla luce quella piccola perla oscura chiamata Lust Soul, ritorna con un disco minimale, quasi intimo che oltrepassa i sogni della ragione affogando i bisogni in una malinconica contornata da bellezza velata capace di subentrare le coscienze e creare un loop continuo con tutto ciò che ci portiamo dentro. Prodotto e registrato da Joe Cardamone già con The Jesus and Mary Chain, The Cult, The Stooges e Warren Ellis questo Love in a dying world è uno spaccato culturale di nuovo decadentismo che non delude, ma che piuttosto ci accompagna laddove tutto sembrava essere morto, laddove tutto in qualche modo, ora, è rifiorito.