Kalweit and the Spokes – Mulch (Irma Records)

kalKalweit è tornata assieme agli amati Spokes.

Una voce ammaliante e quasi imprevedibile dove il cantautorato più raffinato si mescola ad intrecci di elettronica meravigliata da sali e scendi di tastiere in refrain che si permettono il lusso, stilisticamente parlando, di creare ambiziosi intrecci di synth e percussioni suggestive che si perdono in lontananza per poi entrare inesorabilmente come sveglia del mattino.

Atmosfere quindi oniriche, chitarre e lievi sussurri alla Kings of Convenience supportati dal ritmo delle 6 corde in roll and rock e preferendo piccoli interventi a momenti suonati allo stremo.

Un disco che rimanda al passato, il sapore vintage di questa piccola opera traspira a dismisura negli anfratti e nei solchi di questo laser cd, mentre come un lento carillon il tempo si scaglia con respiri a polmoni aperti.

Presenze in questo disco di un certo livello come Gnu Quartet in Fifth Daughter la fanno da padrone per impreziosire maggiormente la qualità totale dell’album.

12 pezzi che strizzano l’occhio a Velvet Underground e Radiohead, Cure e Jeff Beck.

Meraviglie sonore le possiamo toccare con mano in tracce come Kate and Joan o nella leggiadra Appliances, No need ricorda Placebo e Corgan classe 1979 mentre la pre – chiusura è affidata in Wetutanka con il clarinetto di Nicola Masciullo e il violino di Eloisa Manera.

Un album per tutte le stagioni che racchiude in un cuore di metallo una piccola fiammella che riscalda anche i cuori più gelidi, regalando attimi di luce prima del buio.