Maria Devigili – Motori e Introspezioni (Autoproduzione)

Nell’idea risiede il seme che si farà grande germoglio nutrito dal tempo: e qui ci sono moltissime buone idee.
Maria Devigili regala un album confezionato a puntino, in tutti i sensi, dove i suoni sono curati e legati assieme dal filo della passione per la musica e allo stesso tempo per gli strumenti.
La cantautrice infatti oltre a suonare la chitarra si immedesima molto bene anche con il glockenspiel, mentre le parti affidate all’elettronica sono di Andrea Sologni e alle percussioni e alla batteria, oltre che a curare la copertina e l’artwork troviamo Stefano Orzes.
“Motori e Introspezioni”è un disco al primo ascolto che ti riporta alla Donà nazionale, per intenderci quella del primo periodo molto più ricercata che melodica.
La voce è incisiva e direi comunicativa, come i testi del resto ben legati tra loro dal filo del viaggio dentro se stessi.
Musicalmente ci sono echi della miglior musica leggera degli anni ’60 e ’70 assemblata da Carnival of Fools e dal Grunge sporco e immediato della scena di Seattle.
Le melodie sono ricercate considerando che la stessa cantautrice deve usare lo strumento della voce e quindi pochi accordi, anche con l’acustica in “L’istante”, e molti riff.
Il viaggio ha inizio con “DNA” il nostro essere da dove tutto parte passando per la bellissima e quasi utopica “Iperuranio”, “Il Paese” è un blues maledetto che più in là trova un omaggio a Battiato con “Aria di Rivoluzione” e “L’albatros” ricordando i versi del “maledetto” Baudelaire.
“Sulla via” è una ballata molto efficace: chitarra e batteria con leggera elettronica di sottofondo a …”rincorrere il riso che fugge dagli occhi”.
“Kadhy blues” ricorda De Andrè sia per temi trattati sia per quel cantautorato un po’ in levare un po’  allevato sulle sponde del Missisipi.
Mentre la scanzonata “Etre Vivant” chiude il disco con un sorriso di speranza.
Maria riesce a racchiudere e a far fuoriuscire tanti suoi sentimenti non comunicati, con questo album, regalando a chi ascolta qualcosa di non immediato, ma sicuramente incisivo dopo ulteriori ascolti.
Un lembo di terra baciato dal sole in una mattina di rosso Novembre.