The Notwist – Vertigo Days (Morr Music)

Impronte insicure mai calibrate, ma delicatamente incise come fendenti al cuore. Tanta armonia e visioni. Tante stelle collassate all’interno di spazi impercepibili che oltrepassano le dimensioni conosciute per allargare visioni, allargare stati di tensione emozionale in grado di attraversare il cosmo della nostra mente per arrivare laddove il nostro stare ricerca un mondo migliore da abitare. Tempi bui da illuminare. Tempi in forme e sostanze che vedono un ritorno di una band che ha solcato i mari dell’indie mondiale conquistando anfratti di isole e postazioni elettroniche impressionanti. Sperimentali, ma eleganti, i The Notwist, dal forte sapore internazionale, lasciano terra tedesca per creare un disco atmosferico dove l’eterogeneità dell’improvvisazione arriva a conquistare grazie alla capacità della band di aprirsi ed invitare nell’album numerosi ospiti. Un compendio non omogeneo quindi che riesce a scardinare ideali precostituiti in una forma canzone innovativa e sempre attenta a ricoprire il pop elettronico di orpelli stravaganti, ma efficaci. Where you find me, Oh sweet fire, Sans soleil sono le tre strutture (im)portanti di un album in collisione con le nostre sicurezze. Canzone dopo canzone i nostri riescono nell’intento di dare vita ad una commistione ben riuscita che in tempi di buio può solo gridare al miracolo.


Sequoyah Tiger – Parabolabandit (Morr Music)

L'immagine può contenere: una o più persone

Elettricità scomparsa implementata da elettronica a tappeto che rende l’idea e rende la forma di un concentrato assurdo di suoni che si stagliano a rimarcare un concetto in spigolose architetture che perpetuano il mai sentito e attestano il ritorno di Sequoiah Tiger, all’anagrafe Leila Gharib, con un disco davvero portentoso sotto molteplici punti di vista. Il caleidoscopio psichedelico è un marchio di fabbrica tangibile, i colori mutano con il variare delle canzoni proposte e il sovrapporsi corale, condito da sintetizzatori sparsi, rende bene l’idea di una musica fatta non solo per essere ascoltata, ma anche per essere vissuta attraverso i cinque sensi, in un batter vorticosamente la nostra esistenza attraverso passati e presenti possibili, ingegno futuribile e tanta voglia e bisogno di sperimentare l’arte per l’arte stessa. I suoni rimandando a band come gli MGMT e i contrasti di buio e luce si fanno presenti proprio quando meno te lo aspetti incontrando la bellezza compiuta di Another world around me per poi proseguire con un percorso divincolato dal mainstream e ricercato quanto basta per gettare al suolo pezzi come Kill the robber, Cassius o la finale Brillant one per un disco che scorre, nella sua dilatata perseveranza di stile, verso altri pianeti lontani.