JurijGami – Breve ma incenso (Cello Label)

Poppettino ben condito per la musica ad alto dosaggio emotivo del musicista cantautore comasco JurijGami che fa dell’ironia tagliente un’arma vincente per contrastare i mulini a vento di questa nostra società. Breve ma incenso è un EP conciso, ma che al proprio interno nasconde un modo di comunicare che mescola elementi acustici ad un’elettronica moderna, mescola la contemporaneità con un qualcosa che affonda le radici nella tradizione della musica d’autore italiana. JurijGami concede ampi spazi alla capacità di comunicare, a quella comunicabilità intrisa di parole e riferimenti al nostro vivere valorizzando arrangiamenti sempre diversi amalgamati ad una forte ispirazione. Da La band non si tocca fino a Flying Spaghetti Monster il nostro costruisce un piccolo mondo personale che viaggia in parallelo con il nostro, identificando aspetti che ci riguardano con un savoir-faire da vero illusionista, con una poetica metropolitana affilata e diretta. 


Greta – Wonderful (Autoproduzione)

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Quattro canzoni uscite di getto dalla penna intinta di soul della cantautrice italo-americana Greta in un quadro d’insieme che si rinnova cogliendo ciò che di meglio, oggi, la musica pop internazionale sa offrire immagazzinando energie, comprendendo spazi vitali e aprendo la strada, il proprio percorso artistico grazie ad un disco meraviglioso in tutti i sensi che riesce a delineare a gran voce le potenzialità della giovane musicista. Wonderful è un disco immediato, netto, incalzante, non cerca mezzi termini o mezze misure, sa comunicare, cosa assai rara e importante di questi tempi, concedendo spazi di sperimentazione grazie anche alla produzione artistica di David Ezra e dando un piglio di freschezza all’intero svolgersi della narrazione in musica che vede la nostra, principale protagonista di un sogno ad occhi aperti. Wonderful è un insieme di canzoni alquanto attuali, quattro piccole perle che gettano le basi per tutto ciò che verrà da qui al futuro. 


Chiara Ragnini – La differenza (Autoproduzione)

Chiara Ragnini esce dal guscio del folk d’autore per condensare l’energia del tempo passato in un sodalizio con l’electro pop potente e confezionato ad arte che ingloba produzioni moderne e si fa spazio tra le produzioni di genere valorizzando contenuti che si esprimono attraverso una ricerca testuale davvero notevole che pur rimanendo nell’ambito pop e nella canzone radiofonica si intensificano grazie ad una ricercatezza di fondo che abbandona parole mielose lasciate al caso per concentrarsi su concetti di vita quotidiana qui raccolti in poesie a tratti ironiche e a tratti vere e sincere dove di fondo l’essere se stessi fino alla fine è l’unica cosa che paga oltretutto. Proprio in questo sta la differenza, un concetto di autonomia d’intenti che in questo disco sboccia e rinasce come crisalide trasformandosi in farfalla, un disco fatto di sogni avverati che in pezzi come l’apertura Un colpo di pistola ci fa risvegliare dal torpore quotidiano per immagazzinare ad arte situazioni che via via si fanno sempre più tangibili fino al finale lasciato a Coda per suoni e canzoni cariche di un’energia vitale che attraverso questa musica trovano il proprio ordine nell’insieme di cose che ci appartengono da vicino.

Colpi Repentini – Duomo ore dieci (Autoproduzione)

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Muoversi sul filo sospeso di una bruttura moderna da denunciare è l’obiettivo che si pongono i Colpi Repentini, band capace, attraverso questo disco, di raccontare di un’Italia contaminata dalla moda hipster, dagli svoltini e dalle barbe troppo curate a far tendenza in un’omologazione diffusa che si perde nell’abbandono dell’essenziale senza interrogarsi sul futuro che verrà. In questo piccolo disco non ci sono generi precisi di associazione, ma piuttosto troviamo un miscuglio eterogeneo di mondi a farla da padrone, tanta musica quindi sapientemente elaborata dai cinque che attinge dal cantautorato e dal beat degli anni ’60 passando per sofisticazioni jazz e swing senza dimenticare blues e dintorni con escursioni sul terreno semplice di un gipsy a portata di mano pronto ad infiammare canzoni che sono prima di tutto uno sfida nei confronti di tutto ciò che ci circonda e sono anche inconsapevolmente un modo per uscire dalle mode preconfezionate dando adito a una situazione complessa e ispirata pronta, indiscutibilmente, a far parlare di sé.

Marti – King of the minibar (Cassavetes Connection/Believe)

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Dentro al nuovo disco di Marti c’è un mondo da scoprire, carico di significati e di poesie urbane che abbracciano la solitudine del presente, lo fanno in stanze d’albergo a Berlino dove le canzoni sono veicolo di diffusione di un sentire capace di raccontare storie, forse anche le nostre, convogliando la cupezza interiore dell’animo umano in un contesto di certo non asettico, ma pieno di vita e di morte. Ogni stanza ha il suo ospite dal naufrago a Evatima Tardo una delle donne più belle del mondo secondo Houdini, ma c’è anche un futuro possibile e concepibile in questi racconti, un desiderio di creare dal nulla una storia che possa catturare l’attenzione e in un certo senso stupire convogliando la potenza delle parole alla potenza stessa della musica, abbracciando poeticità nascoste dai Cousteau fino al lato più pop rock degli Stranglers, passando per l’indiscusso Nick Cave in un’amalgama di vite che richiama l’attesa, proprio come quell’uomo alla finestra in copertina, ideato da Igort che per l’occasione ha curato il libretto e l’intero artwork del disco, un valore aggiunto di certo a completare un disco che scava nella parte più profonda di noi senza lasciarci mai.

N-A-I-V-E-S / N-A-I-V-E-S (Le Peau)

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Suoni sintetizzati che rilasciano colore al loro passaggio, danno energia e consumano la fiamma dell’oscurità per lasciare spazio a sali scendi che danno un senso diverso alla vita circostante in un’elettronica stampata a dovere, ben racchiusa nel contesto ascensionale e portatrice di legami che sbalordiscono per freschezza, genuinità e capacità di creare singoloni, uno dopo l’altro, incrociando sapientemente l’elettro pop di gruppi osannati degli ultimi anni come MGMT o il sapiente manipolatore canadese Caribou, senza dimenticare gli Arcade Fire di Reflektor e incamerando un’esigenza di rincorrere il tempo con pezzi veloci, ripetitivi e altamente contagiosi. Dall’introduzione lasciata a Hold Out fino alla compiutezza di Golden shore il disco dei Naives si fa musica da sogno capace di dimenticare la realtà attorno per consegnare agli ascoltatori momenti di goduria totale, momenti baciati dal sole e dalla psichedelia elettronica di un momento che vale mille e ancora mille attimi vissuti in modo sbalorditivo.

Paolo Cattaneo – Una piccola tregua (Lavorare stanca)

Ricreare atmosfere sonore e innevate non è sempre facile, anzi si rischia di rincorrere la moda del momento senza guardare in faccia la sostanza, qui però, nel nuovo album di Paolo Cattaneo di sostanza ce n’è da vendere, perché con questo quarto disco, il cantautore bresciano ci trasporta dentro a paesaggi meritevoli di ascolto, tra un’introspezione che si apre a sonorità elettroniche bollate ’80 mescolate al gusto del sopravvivere oltre ogni aspettativa, inseguendo un’esigenza di abbandono e comunione con il proprio stare dentro, con il proprio stare meglio, per un disco che è ricerca musicale si, ma perlopiù ricerca di se stessi; il nostro si interroga avidamente e sposa il gioco multiforme e multisfaccettato del cantautorato che compie una parabola ascendente da Battiato, fino al più recente Colapesce, passando per le solitudini di un Cristiano Godano dei tempi migliori, per farci respirare la completezza di un bosco autunnale che si prepara a ricevere la neve: salvifico bisogno di nuova aria a coprire i prati e le nostre anime errabonde.

Notevole la proposta di Paolo che duetta nella riuscita, Se io fossi un uomo, con Lele Battista, notevoli i giochi chiaro scurali che ci trasportano fino ad arrivare ad un completamento meraviglioso del disco nel trittico finale Bandiera, La strada è tutta libera e Fragili Miti, per un album capace di riscaldare i nostri freddi cuori invernali, un album che, a mio modesto avviso, entrerà di diritto tra i più belli e significativi del 2016.