Angelo Sava – Miasmi (Autoproduzione)

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Cielo grigio in differita e distorto che recupera vigore dalle antenne delle case e dei palazzi in sodalizi costanti nebbia a risarcire il mondo di una bellezza ancestrale, da antro di caverna buia e soffocante nelle sua claustrofobia eterna e in parallelo situazioni che si divincolano e si lasciano soppiantare da chitarre abusate, alterate e una voce in fondo a ricoprire di tappeti a pad continui, suoni morti in dilatazione eterna per un suono altamente underground che si dipana lungo sei tracce dal sapore metallico e sulfureo, un suono accecante condito dal dolore del tempo, un suono, quello del disco di Angelo Sava che a pensarci bene si fonde e conturba da Merlo a Carestia e sembra sempre di sentire lo stesso intro, la stessa forza e prepotenza che in un solo abbaglio apre la porta ad una produzione fuori moda di certo e con un preciso percorso di abbandono e ritrovo, tra la morte e la vita, tra il bene e il male.