Con “Mezzanota” il cantautorato è uno sciogliere di antica poesia e parole che si scagliano vibrando aria di stagioni dimenticate, dove il bel canto la faceva da padrone e la poesia toccava intime corde regalando all’ascoltatore un altro pianeta dove porre le proprie radici e riposare allo spuntare del sole.
Chiara Jerì e Andrea Barsali sono due che conoscono molto bene la canzone d’autore italiana e si ritagliano un posto importante sia nell’interpretazione di pezzi storici come “La donna cannone” di De Gregori, “Canzone II” di Pippo Pollina e “Fino all’ultimo minuto” di Piero Ciampi, sia nell’approccio di canzoni originali che il duo chitarra e voce propone senza scadere nella retorica e nella semplicità.
Le influenze stagionali si sentono eccome, primo fra tutti Fabrizio De Andrè che gioca a loro favore dopo la vittoria con il brano “Notturno dalle parole scomposte” del concorso nazionale “Un notturno per Faber”; tra i principali richiami italiani alla scomparsa del grande anarchico cantastorie.
Una poesia quindi che si fa struttura essenziale in una chitarra e una voce calda e accogliente, ma velata di raffinata aggressività in canzoni che prendono il sopravvento lasciando spazi a ricordi sospesi e disincantati.
Palpiti di attesa riecheggiano in “La ballata della ginestra”, mentre pace all’imbrunire si respira in “Notturno dalle parole scomposte” che fraseggia perfettamente con gli arpeggi di “Innesco e sparo”.
Compito superato a pieni voti con la chiusura di “Vorrei”, nostalgico grido carico di rimpianti.
Ai due musicisti il merito di aver abbandonato le cover band da stuzzichini in fase aperitivo per andare alla ricerca continua di una strada d’autore personale e originale, con un tocco di classe raro e meritevole di nuovi traguardi.