Metallic taste of blood – Doctoring the dead (RareNoise Records)

Il sapore metallico del sangue è pronto ad entrare prepotentemente con il loro suono in anfratti tutti da scoprire nel loro nuovo album, fatto di viscere dal sottosuolo che incorporano un’estetica decadente e strumentale capace di donare una sorta di post rock contaminato dal doom e dal metal sludge sporco viscido e pesantemente distorto che dona quell’onnivoro bisogno di scavare in profondità per concepire una musica fatta anche di jazz e rock progressivo, una inconsueta parabola ascendente verso lo scuotimento dei nostri animi, verso un cambiamento necessario e vigoroso, un essere davanti allo specchio della vita cercando di cambiare qualcosa.

Tutto suona quindi come il sapore metallico del sangue, ritmi che non sono incasellabili e tanto meno la musica, quella musica che viene da lontano, ma che ci resta incollata alle orecchie cercando una strada, cercando un’opera di misericordia per comprendere e farsi portavoce di un disagio, quel disagio lasciato al tempo che verrà.

I nomi che fanno parte del progetto sono di pregevole fattura: Eraldo Bernocchi, già con Obake, Owls, il bassista australiano Colin Edwin dei Porcupine Tree, Ted Parsons batterista di Swans, Prong, Public Image Ltd e Killing Joke e Roy Powell alle tastiere, membro dei Naked Truth e del trio norvegese InterStatic.

Un disco che sa di terra, che sa di bisogno essenziale di vita, ma che nasconde anche la controversa parte di noi, la morte, che attende al cancello, un mistero in musica che sa di passato e futuro, legato assieme dall’esperienza e capacità di questi quattro fenomeni musicali.