MEnestro – MEnestro (Autoproduzione)

Incalzante e sconveniente, elegante e graffiante in testi mai banali escogitando fraseggi sonori che si inerpicano nelle coscienze sotterranee per estrarre linfa che ci fa sopravvivere.

Un ep d’esordio questo Menestro che ha tutte le carte in regola per diventare un qualcosa di più, quel qualcosa che potrebbe trasformarsi immediatamente in parabola ascendente che regala soddisfazioni a non finire, cercando di mantenere il rapporto inalterato che Luigi Fiore tenta di esprimere lungo le 5 tracce del disco.

Si perchè al consolatorio: ne vedremo delle belle in futuro, si contrappone un’esistenza raccontata tra cumuli di macerie dove solo la voce indifesa di un bambino contro il resto dell’umanità, può dare ancora segni di speranza e di vita.

Ecco allora che le canzoni si trasformano attraverso ossimeri e parole che si annullano come in Tutto il mio niente, regalando una falsa motivazione di base in Equilibrio, passando per la bellissima Il male sottile e chiudendo il tutto con le improvvisazioni pianistiche in L’attentato.

Un felice esordio quindi che si fa altoparlante per il mondo, una voce che vuole gridare la propria presenza, un inno di reale in una realtà immaginaria.