Pasqualino Ubaldini – Mosaique (Autoproduzione)

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Tuffo nel mare cristallino accarezzando isole e scoperte vegetative di alberi in dissolvenza che aprono all’apoteosi di un suono emblematico, caratteristico, in divenire, pronto a segnare corposità senza fine e melodie provenienti da una terra lontanissima, ma troppo vicina a noi. Ascoltare il lavoro di Pasqualino Ubaldini è un po’ come avvicinarsi a quel grande capolavoro di De Andrè degli anni ’80 Creuza de ma, un sodalizio con suoni che abbracciano l’intero Mediterraneo per poi approdare ad una world music d’impatto certo e costante e un amore smisurato nei confronti della propria terra d’origine, del proprio venire al mondo. Ecco allora che i pezzi strumentali si fanno vero e proprio mosaico per costruzioni ambiziose e originali che vedono l’aiuto di Natalino Frijia al Sax, al flauto e alle percussioni per un suono d’insieme caldo e avvolgente che contagia e naviga attorno ai pensieri più reconditi. Mosaique è costruzione emblematica nel riabbracciare un crocevia di parole, un crocevia di pensieri che rendono questa prova un vero e proprio concentrato d’arte messa al servizio delle nostre radici. 


Ladri di Mescal – Mediterranea (Autoproduzione)

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Musica priva di barriere capace di narrare una quotidianità sospesa sul filo dell’acqua, sul filo teso degli oceani che inglobano i nostri pensieri giorno dopo giorno, tra meraviglie elettriche e sferzate di rock che convincono e non si lasciano intimidire o influenzare dai cliché moderni. Il nuovo dei Ladri di Mescal è un album che continua un percorso musicale capace di comunicare in primis un senso di appartenenza con tutto ciò che ci circonda, attraverso pezzi viscerali, taglienti e in parte pungenti, attraverso una voce che convince grazie anche ad un comparto strettamente ritmico e solistico che rende l’intera proposta ascoltabile e ricca di immagini atmosferiche che parlano di mondi utopici, ma carichi di speranza dove le sfumature rendono l’idea di mondo e dove l’essere noi stessi, attraverso i sentimenti, supera i vincoli preimposti. D’amore si muore, ma anche la stessa title track o Il verso giusto sono l’esemplificazione di una poetica improntata sul tangibile. Canzoni poi come la finale Sospesa abbracciano significati di ampie visioni pronte ad estendere il circuito emozionale oltre il classico compitino fatto bene e fine a se stesso garantendo ai Ladri di Mescal un cammino aperto a sempre nuove sperimentazioni e soddisfazioni.