Max Zanotti – A un passo (VREC)

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Disco di una bellezza rara quello nuovo, solista, di Max Zanotti. Album pregno di lirismo necessario e poesia da assaporare attraverso l’oscurità dove l’affondo diventa necessario per comprendere stati mentali, stati viscerali, bisogni sempre accesi di ricercare una luce interiore, un posto del mondo da occupare. A un passo è un sentiero inerpicato sulla roccia che attraverso suoni western darkeggianti ritrova un camminatore che non ha paura di attraversare e affrontare la tenebra. Max Zanotti riesce nell’impresa di mescolare il migliore Mark Lanegan al nostro Stella Burns e i Dead cat in a bag in una riuscita visione che stupisce e immagina, ampliando le vedute, ampliando un orizzonte privo di confini. Pezzi necessari come In una goccia di veleno, Love me blind, Non ho visto niente, Ti salvo l’anima si fanno percorso e si attestano come essenzialità da riscoprire per un insieme di pezzi, di questi tempi, necessario.


Della Vita della Morte – Della Vita della Morte (Eclectic Circus Records)

Max Zanotti si reinventa e con il produttore Dj Mike concede la trasformazione del cantautorato tramando un tessuto contorto di hip hop e dance che si scratchizza in testi di amore e disperazione in una continua ricerca dell’immaginato, di un contesto sociale da ridefinire e da delineare in attesa che la buona stagione ritorni a programmare ciò che era stato dimenticato.

Anche in questo disco sono numerose le collaborazioni: il rapper Rancore in Geniocidio, Dj Aladyn in Sembri che io voli via, Elisa Begni alla voce in Qui mi fate male e Dj Lato in Nuvole di pietra.

Storie quindi impossibili raccontate in un sound di derivazione black che si immola ad essere sostanza vitale per il cambiamento futuro, un substrato elegante e ben calibrato dove i suoni non sono li posizionati secondo un caos preesistente, ma si trovano a concretizzare un’idea di innovazione e creatività che non ha precedenti.

Un disco quindi in cui si respira un’internazionalità naturale, nata dall’unione di generi che in Italia si concedono solo in parte mentre nell’album trovano una naturale prosecuzione verso un cammino di denuncia, ma anche di radiosa luce da conservare per il prossimo miracolo musicale.