Telegraph Tehran – Marea (Autoproduzione)

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Grunge abbandonato per situazioni elettroniche che prendono il sopravvento raccontando, in un batter di ciglio, attraverso elementi compositi, un gusto per l’estetica davvero sopraffino che ha visto la band bolognese cambiare radicalmente stile per appropriarsi di un approdo di facile e interessante appeal. Marea è un EP di soli tre canzoni, ma che fa ben sperare sin dal primo ascolto. Marea, Cinema Metropolis, Habitude sono forme cangianti che si destrutturano in modo complesso creando architetture che veicolano un cantato da subito convincente. I Telegraph Tehran incisivi anche in questa prova, dimostrano un convincente gusto estetico che nell’evoluzione diventa materia preponderante per nuove soddisfazioni. 


KOO – Marea (Autoproduzione)

Cantautorato che si mescola al Brit pop con venature di fantasticherie emozionali che si disintegrano in sali-scendi sonori compressati da una voce pulita e sincera, quasi a rincorrere sogni sperati e voluti.

I Koo ci trascinano nel vortice della loro marea consegnando agli ascoltatori un EP ben congegnato e costruito che intreccia sogni acquatici a melodie che entrano nella testa e non escono più tanto facilmente.

Una marea che sale fino a controllare il volo più libero fino a scendere a temibili profondità in sei tracce che raccontano di amori, illusioni, speranze; un vissuto generato con linearità nella sua interezza, nell’abbandono del vivere, nella grazia della vita.

Il genere è una commistione d’oltremanica di suoni distorti che ricordano l’alternarsi pulito/impazzito di Greenwood e soci con scalate di puro intrattenimento sonoro ricordando Editors e Coldplay dei primi album.

Un disco perfetto nella sua semplicità, un album da mandare in loop fino a dimenticare i problemi che ci attanagliano, nella speranza che il suono distrugga tutto ciò che è male dentro di Noi.