Lucy Anne Comb – Letting you go (Autoproduzione)

Ripide emozioni scoscese in acustiche divagazioni che intraprendono la strada verso casa e si concentrano nell’attenzione verso una musica capace di creare atmosfere dense di significati, atmosfere in grado di trasformare umori e passioni verso un mondo che non conosciamo o perlomeno non ci appartiene. Guido Brualdi costruisce la figura di Lucy Anne Comb intessendo trame di malinconie oscure e di bellezza celata pronta ad uscire convincendo a dismisura canzone dopo canzone, attimo dopo attimo. E’ lei a parlare, la protagonista di queste storie, di queste narrazioni, è lei che riesce a dare forma e sentimento a tutto quello che riusciamo a scoprire, a percepire da Windir fino a September passando per le introspezioni di Wannabe e la title track. Un disco quasi femminile questo che si interroga sul senso di appartenenza, sulla vita e sulla strada ancora da percorrere, lo fa non con la presunzione di conoscere il mondo, ma piuttosto con un’essenza delicata che ricorda i grandi del passato tra tutti Jeff Buckley. Pur rivolgendosi a una modernità che abbraccia il neo folk il nostro intesse trame mature destinate a perdurare per futuri approcci di sicuro interesse.