Sono passati quattordici anni dall’ultimo disco e le conseguenze del tempo hanno portato il duo composto da Dario Ciffo e Agostino Nascimbeni a dare vita, ancora una volta, ad un particolare e unico affresco di questa nostra realtà cesellando in modo sopraffino il pop radiofonico e quella dose di alternative cantautorale in grado di segnare e consegnare pezzi davvero ricercati e del tutto personali. La scrittura, di alto livello, si sposa ad arrangiamenti solidi e orchestrati dove passato e presente si fondono a ricordare il Battisti più ritmato fino a toccare la scena strettamente contemporanea tra Carnesi e Brunori per un risultato d’insieme che profuma di commistione e architetture allineate nel contenere spazi di pura fantasia e potenza sonora. L’album esce e si sente, i suoni si fanno taglienti, ma nel contempo raffinati, eleganti, tutto sembra essere al posto giusto e la sensazione che si respira in toto è che il tutto sia condito a dovere, necessario come ponte che collega due sponde, un prima e un dopo. Ad impreziosire la meraviglia sonora estrapolata la presenza di Sentimento rock scritta da Mogol e musicata da Morgan e dagli stessi Lombroso per un insieme di tracce che ritrovano negli impulsi emozionali creati, una strada diretta, un punto di attracco, un sentiero sicuro nella costruzione di un nuovo percorso da seguire.
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La banda del pozzo – La banda del pozzo (Autoproduzione)
Un’autoproduzione con stile che fa sognare di mondi lontani e interseca quello stato racchiuso dalla bellezza del suono che incrocia i ritmi swingati e cantautorali narranti, in un vortice di sospensione millesimata e certamente indirizzata a contenere spunti e riflessioni, quasi fosse fame d’aria; un cambiamento di coscienza e forte personalità per questa band che nonostante sia al primo disco regala una prova certamente riuscita e coinvolgente.
Loro sono La banda del pozzo, nati in Sicilia, ma stanziati a Milano, hanno saputo creare, grazie a una raccolta fondi di più di 6.000 euro, un disco cesellato a dismisura, ricompensando i donatori con serenate notturne, cene siciliane, scherzi telefonici e quant’altro sia sgangherato e connesso alla stravaganza della band.
Un album che già al primo ascolto colpisce per cura del particolare, e rapisce per suoni sempre azzeccati, dando origine a collaborazioni con artisti del calibro di Mattia Boschi dei Marta sui tubi, Alessandra Contini e Gianluca De Rubertis dei Il Genio, Tiziano Cannas e Dario Ciffo per i Lombroso e Francesco Sarcina delle Vibrazioni in veste anche di produttore del pezzo Gina.
Freme ancor apre le danze, passando per L’illusione ti fa bella e Gina, convincente a dismisura La notte di San Giovanni per un finale meraviglia con Artie (e falla innamorar).
Un disco ballabile e sentito, romantico, ma con un piglio di ironia, capace di sostenere e autosostenersi in un turbinio di colori che abbracciano milioni di mondi ancora, tra un Fantastic Mister Fox di Anderson e la poesia moderna dipinta.