Lacero – C’era solo da aspettare (Codalunga)

C'era solo da aspettare

Sulfuree elucubrazioni che ricordano i migliori anni novanta in un concentrato di solitudine e abbandono che esce e si conficca nella carne e cerca di trovare il modo per uscirne senza però riuscirci. Lacero ci regala un disco che ricorda i Marlene Kuntz, i primi Afterhours e quel desiderio introspettivo di dare voce al grunge più intimo attraverso canzoni che parlano della nostra realtà e di tutta quell’ineluttabilità che inevitabilmente ci divora. C’era solo da aspettare si compone di dieci pezzi che costituiscono un’impalcatura solida capace di accennare ad una elettricità  mai così conclamata, ma pronta a creare sfondo, pronta a creare energia viscerale che non si risparmia. Nel disco di Lacero possiamo vedere la vita che ci scorre davanti. Possiamo leggere, nella sofferenza raccolta e racconta, la triste umanità che cammina sul filo dell’esistenza cercando un appiglio per non cadere nel baratro che ancora, forse, non ci appartiene.


Lacero – Orso bipolare (Autoproduzione)

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Urgenza sonora mai statica che corre alla velocità della luce per donare una manciata di canzoni dal forte tiro emozionale in grado di scaraventare la realtà al suolo per riproporla in modo fresco e collaudato. Poche cose si sanno su questo fantomatico musicista. Lacero riesce a condensare una sorta di cantautorato punk rock che ingloba TARM, Sick Tamburo, Melt in un continuo saliscendi di intenzioni e prove che si scagliano sul muro della vita. Una musica che riscopre gli angoli più oscuri della nostra anima riuscendo ad intessere trame mai scontate che diventato diario di vita per questo e altri futuri possibili. Ci svuota le membra, Chi aveva ragione, Orso bipolare, Perdere conoscenza, Opaco, sono solo alcuni degli infiniti mondi ricreati in questo disco a ricoprire di buio essenziale la nostra quotidianità.