Yugo in incognito – Uomini senza gomiti (Lapidarie incisioni)

Gli Yugo in Incognito firmano un disco pseudo punk, a tratti i suoni sembrano legati al classic rock d’alta scuola, dall’altra assoli ben calibrati si caratterizzano per andare oltre schemi prefissati.

Durante l’ascolto ci si chiede perchè questo disco sia arrivato così tardi, dopo quasi 12 anni di attività e centinaia di live in lungo e in largo senza aver mai concretizzato la bellezza che  questo stile eterogeneo e spiazzante può contenere.

Un album che nella sua dismogeneità regala emozioni in rima, quasi da giullari di corte, in pezzi come “Smart” o “500ino”, mentre attimi di riflessione li ascoltiamo nella capiente “Cyclette&Abbandonata” o nel bellissimo finale di “Don’t iscriv yourself to the siae”.

Notevole inoltre l’aspetto grafico del tutto: un piccolo astuccio che racchiude i testi delle canzoni in fogli volanti, per poterli attentamente analizzare senza vincoli di ancoraggio.

Questo disco è prima di tutto una denuncia verso una società legata a stereotipi che continuano a licenziare, fisicamente parlando, giovani menti che, legate all’idea di un futuro migliore, sono costrette a fuggirsene via lontano dall’apatia dilagante.

Un disco amaro, puro, vibrante e consolatorio per quanto consolante possa essere vivere in Italia nel 2013.

Corrado Meraviglia – L’occasione (La fame dischi)

Quando si dice avere “L’occasione” e utilizzarla al meglio.

Quando si vuole racchiudercorrado-meraviglia-loccasionee un mondo in un piccolo disco dal grande contenuto morale e addobbato da un packaging che fa gridare alla Meraviglia, frutto della collaborazione con lo studio Cikaslab di Riccardo Zulato dei  Menrovescio.

Quando si parla di rapporti d’amore, di rapporti sociali, di vita al limite e riprese considerevoli, idee che sembrano di tutti, quasi banali, ma che nelle corde di Corrado vengono sprigionate in maniera quasi perfetta.

Lontano dal disco precedente, il cantautore ci fa scoprire una forma canzone più compatta creando un appeal di gusto  sopra la media utilizzando una sensibilità tale da rimanere stupiti anche solo al primo ascolto.

In genere sono rari i momenti di catarsi in cui i musicisti riescono a mettersi a nudo  con poco più di 10 canzoni, riuscendo a creare con l’ascoltatore un tutt’uno di potenza e poesia; eh si perché di questo stiamo parlando, in poco più di mezz’ora ci sono chitarre malate, distorte che chiedono aiuto, quasi perdonando un male comune che porta al tracollo una società in bilico su di un dirupo, ci sono pianoforti elettrificati che suonano su mari quieti e carichi di nostalgia, ci sono chitarre acustiche a creare tappeti sonori mai scontati e ci sono voci che si fanno ricordare senza bisogno di chiedere altro.

Non servono paragoni perché “L’occasione” è un disco inclassificabile nel classificabile.

Se ai più sembra di sentire qualcosa di già sentito, io personalmente invito a un attento riascolto sottolineando le partenze agghiaccianti di “L’occasione” sussurrate parole ricche di immagini o le ironiche ballate “Vacanza” o la potente “La bella stagione” che con amarezza canta “Per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia stesso male” e come possiamo dimenticarci di “Sam” dal sapore Trickyiniano come del resto delle sussurate “Luccica” e “Trasparente”.

Corrado regala all’Italia un album che deve essere ascoltato.

Un disco non per tutti o meglio un disco per chi vuole cambiare qualcosa.

 

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