John Holland Experience – John Holland Experience (Etichette Varie)

Rock non fine a se stesso che raccoglie gli umori e i colori degli anni ’70 per scaraventarli nel cuneese e risorgendo a nuova vita grazie alla partecipazione sonora di uno stoner che va oltre il significato stesso, per come lo consociamo e che si rende necessario per affrontare i cambi repentini temporali che sono alla base delle canzoni dei John Holland Experience.

Un nome da Woodstock per una produzione che regala cupezza e oscurità, in un basso tenebroso e coinvolgente che ben si sposa con le incursioni di una chitarra presente e di una batteria sincopata, in un disco che di per sé non porta a nessuna definizione se non ad una ricerca stilistica del tutto personale, tra le chitarre di Corgan in Gish e gli affronti sonori dei Raconteurs di White per un suono esplosivo e allo stesso meditativo, ruvido e combinato, tra la bellezza del tempo che scorre e del bruciore siderale di un nuovo giorno.

Album non facile da digerire, ma non per questo interessante; un disco che conta perché ha i numeri per farlo, tra energia e cantato in italiano che riuscirà a dare i frutti sperati in un futuro che deve ancora arrivare.