Public – Isole (Dischi Soviet Studio)

L'immagine può contenere: una o più persone

Isole è il netto contrasto di un posto da occupare, di un posto da fare nostro intersecato da architetture geometriche e spigolose in grado di attraversare generi su generi, contaminazioni e valichi da affrontare in una musica che esplode in tutta la sua bellezza e noncuranza delle mode, ma che piuttosto ricerca un evidente grado di personalismo dopo anni di lunga attesa. I Public sono tornati, dopo quasi sette anni, con un disco impressionante dove il pop si fonde e confonde con il rock, il funk, il blues, in un approccio nervoso, immediato, diretto facendosi amare maggiormente dai predecessori e unendo alta capacità musicale con un assetto che assembla e scompone in un cut up emozionale capace di interagire con i singoli membri sino a creare qualcosa di originale, completo. Brani come Sciami, Apnea, Chiamami nel pieno della notte, Immagino, la finale Spopola sono solo alcuni pezzi del complicato puzzle che alla fine del disco si incastrano alla perfezione donandoci una visione d’insieme, un’immagine contrapposta in evoluzione che per la band veneta resta qualcosa di strepitoso e unico nel suo genere. Beraldo, già voce dei compianti North Pole, regala una timbrica coinvolgente, da assaporare soprattutto in chiave live creando saliscendi atmosferici e garantendo un risultato finale che rende Isole uno dei più bei dischi italiani usciti in questi ultimi anni. Impressionante.  


Antarte – Isole (Megaphone Label/Goodfellas)

album Isole - Antarte

Strumentale d’atmosfera che si inerpica su scogliere lambite dal mare e capaci di penetrare gli anfratti oscuri, gli anfratti della nostra coscienza in un vortice compresso di musica che dissolve le certezze e trascina le nostre ambizioni nei territori inesplorati della nostra anima attraverso un rock che ha il sapore del post e della musica d’oltremanica in connubi davvero potenti e sognanti, oniriche visioni di pace dei sensi e traguardi importanti e sublimi da raggiungere. Contorni quindi oscuri e cupi che si aprono in un disco davvero ben congegnato, strutturalmente mirato ai grandi concept del passato e imbrigliato all’interno di una luce salvifica e immortalata nell’istante, canzoni che sembrano dipinti materici pronti a stupire, Turner pittore che incontra l’eterea immaginazione della musica islandese e delle suite sonore dei primi ’70 congegnando ad arte stelle che brillano fino all’ultima nota. Isole è un concentrato di difficile spiegazione, è un viaggiare nei territori umani dove quello che costruiamo sarà bisognoso di apporti sempre nuovi per tessere le trame dei nostri cuori, trame collegate da vene, arterie, capillari pulsanti vita, trame riscoperte per l’occasione all’interno di un album davvero importante.